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Bob Cheevers - Smoke & Mirrors

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Bob Cheevers è un autore prolifico e apprezzatissimo la cui carriera si è dipanata attraverso esperienze musicali e personali profonde, partendo dalla nativa Memphis, Tennessee fino alla sua attuale dimora in quel di Austin dove da alcuni anni si è perfettamente inserito in quel mondo tra canzone d’autore e country music di cui la capitale texana è depositaria per meriti acquisiti. Le sue canzoni sono state riprese da innumerevoli grandi nomi come Johnny Cash e Waylon Jennings e ha ricevuto ampi riconoscimenti da parte della critica e dai fans, ottenendo lo scorso anno il premio come miglior songwriter ai Texas Music Awards. Otto album all’attivo e, a mio parere, un salto di qualità notevole con il precedente “Tall Texas Tales” del 2010 che lo ha visto abbinare perfettamente le sue capacità compositive alla produzione di un disco completo ed ispirato. Questo “Smoke & Mirrors” è il suo lavoro più ambizioso e prosegue sulla strada di una musicalità scevra da ogni orpello e tremendamente efficace. Doppio disco interamente frutto della sua penna, interpretato con poesia e forza interiore, con pochi accompagnatori ma tutti magistralmente ispirati e una voce mai così intensa e carica, dalle tonalità che ricordano in più momenti quella di Willie Nelson. “Smoke & Mirrors” è un disco da affrontare con attenzione e tempo, un album che contiene molti momenti preziosi da scoprire e la sensazione di trovarsi di fronte uno dei ‘segreti meglio custoditi’ della scena texana. Dal primo disco, “Smoke”, il gusto personale fa segnalare “Turn Around” che lo introduce con classe e disincanto, una ballata decisamente sopra la media, “North Of Baton Rouge” in cui si esorcizzano i fantasmi del Deep South, gli echi del Delta di “Every Doubt Has A Shadow”, il country blues di “Texas Women And Their Diamonds” e “Girl On The Early News”. Nella seconda parte, “Mirrors”, i momenti più riusciti sono l’evocativa “Days In Death Valley” con la bella armonica di Jim Bugierre, gli echi ‘irish’ di “Widow’s Walk”, la nostalgica e molto ‘nelsoniana’ “Popsicle Man” e il ricordo dei ‘good old days” contenuto nelle ottime “Home” e nella cowboy song “Don’t Ever Sell Your Saddle”. Disco da centellinare come il vino buono….. Remo Ricaldone

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