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Rachel Brooke - A Killer's Dream

Pubblicato da Remo Ricaldone |

E’ stata definita, con la consueta enfasi di certi giornalisti, ‘The Queen of Underground Country’. Quello che a mio parere è chiara è la propensione di Rachel Brooke, musicista che proviene dal Michigan settentrionale, a descrivere un ‘deep South’ notturno, misterioso, oscuro, gotico. Con la sua miscela di country music, blues, jazz primordiale e folk, con la sua voce chiara e limpida e le sue storie in cui predominano le figure bizzarre ed originali, Rachel Brooke si pone come figura da seguire con attenzione, lontana da stereotipi e banalizzazioni, come la sua formazione artistica. Cresciuta con i genitori in una bluegrass band, ha ben presto abbracciato i suoni taglienti ed iconoclasti del punk in una all-girl band durante gli anni dell’adolescenza, per poi approfondire le radici del suono americano che l’hanno portata fino a questo “A Killer’s Dream”, un gustoso sunto delle sue esperienze. Se “Fox In A Hen House” e “Late Night Lover” hanno l’indolenza e lo stile ‘laid back’ tipico di certo blues sudista, “Old Faded Memory” è un classico country number a la Jimmie Rodgers, affiancata in duetto da Lonesome Wyatt membro dell’alt-country band Those Poor Bastards. “Every Night About This Time” e “Life Sentence Blues” giocano ancora con le suggestioni tra country music e blues, rievocando i tempi in cui, nonostante i ‘race records’ e la segregazione razziale, le commistioni tra musica ‘bianca’ e ‘nera’ erano notevoli. La canzone che dà il titolo al disco è un pregevole rockabilly, mentre brani come “Ashes To Ashes”, “The Black Bird” e “Only For You” sono ancora istantanee dai toni seppiati e vintage, giocate su emozioni semplici ed efficaci. Un disco questo che cresce con gli ascolti e si sedimenta nel cuore evocando i ‘good old days’, risultando difficilmente etichettabile proprio per l’estrema varietà di temi, pur restando profondamente legato alle radici del suono americano. Info at www.hearthmusic.com Remo Ricaldone

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