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Hot Club Of Cowtown - Dev'lish Mary/Ghost Train

Pubblicato da Remo Ricaldone |

In attesa del loro nuovo disco programmato per questo inizio di 2013, occupiamoci di una delle più piacevoli realtà texane in ambito tradizionale, gli Hot Club Of Cowtown, acclamato trio di cui è stata ripubblicata una bella confezione ‘due per uno’ con altrettanti album che ne inquadrano con gusto gli stili. Già dal nome vengono evocate le commistioni tra country & western e jazz, influenze profonde che vanno dal mitico Quintette du Hot Club de France in cui militarono Django Reinhardt e Stephane Grappelli a Bob Wills e i suoi Texas Playboys, nomi che continuano ad esercitare il loro fascino sulle nuove generazioni pur in un ambito ‘di nicchia’. Elana James Fremerman con uno stile superlativo al fiddle, Whit Smith, leader carismatico e ottimo chitarrista e Jake Erwin, solidissimo contrabbassista sono i protagonisti di questo viaggio artistico e temporale che gli Hot Club Of Cowtown hanno intrapreso negli anni novanta con una discografia di valore e una coerenza notevole. I due dischi in questione sono “Dev’lish Mary” pubblicato nel 2000 sotto la produzione di Lloyd Maines e “Ghost Train” uscito due anni dopo grazie alla intraprendente Hightone Records e l’intelligente lavoro di Gurf Morlix, altro straordinario produttore texano. Il primo dei due dischi è composto quasi interamente di cover in un intenso mix di fiddle tunes (“Devil’s Dream”), swing numbers (“The Wild Dog” firmato da Joe Venuti) e brani western (il classico “When The Bloom Is On The Sage” in cui appare Don Walser in uno dei suoi tipici yodel). La presenza della cornetta di Peter Ecklund (già collaboratore del grande David Bromberg) sposta spesso gli equilibri verso i suoni jazz mentre la steel guitar di Bobby Koefer, membro delle band di Bob Wills e di Pee Wee King negli anni quaranta e cinquanta, ci ricorda quanto gustoso sia il sound tra country e swing. “Ghost Train” è invece un lavoro in cui lo sforzo compositivo di Elana James e Whit Smith è più forte, un disco che stilisticamente non sposta molto il loro baricentro sonoro ma che aggiunge ulteriore freschezza e vitalità. Tra le cover comunque sono da citare il notissimo traditional “Cherokee Shuffle” e “You Took Advantage Of Me” della storica coppia Rodgers e Hart, di diritto nella storia della musica americana del novecento. “Forget-Me-Nots”, “It Stops With Me”, “Before You” e “Home” danno l’idea del radicamento in questi suoni da parte di musicisti che, oltre ad un eccellente valore tecnico, sanno mettere il cuore in ogni nota. Un godibilissimo viaggio nel tempo che mi permetto di consigliare per conoscere la Texas Music (e non solo) del passato. Remo Ricaldone

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