
Dopo
una lunga ed onorata carriera, Roy Sludge arriva ad un debutto che ci fa capire
quanto ci siamo persi in tutti questi anni. “Too Drunk To Truck” è un disco di
limpida country music che farebbe felici Johnny Cash, Dwight Yoakam e Dale
Watson, i primi nomi che vengono in mente, una fresca e pimpante serie di
‘drinking and truckin’ songs’, un suono classico che è ancora terribilmente
attuale. Roy Sludge fa parte del circuito musicale di Boston, Massachussetts
nel quale per almeno un trentennio ha rappresentato uno dei segreti meglio
custoditi per quanto riguarda la country music. Con la produzione intelligente
di Ed Valauskas ed un combo assolutamente solido ed ispirato, Roy Sludge ha
finalmente potuto ‘dare vita’ anche su disco alla sua visione musicale, pura e
senza tempo. Duke Levine alla chitarra elettrica, Jim Haggerty al contrabbasso
e Kevin Barry alla lap steel formano una backing band perfetta che omaggia i
grandi del passato in modo sempre godibile in un repertorio formato da cover
(Roy Rogers, Johnny Cash e addirittura Gun Club) ed originali. “Too Drunk To
Truck” apre le danze con un piglio straordinariamente maturo e sicuro e l’album
scorre piacevolmente attraverso toni western (“Stampede”), swing (“Steuben
Street Blues”) ed inevitabilmente country. Titoli come “On Tap, In The Can, Or
In The Bottle”, “Back The Truck Up”, “King Of The Open Road”, “Drive”, “Big
Red” e “You Can’t Rock Me” mostrano il meglio di una proposta magari non
rivoluzionaria ma che a mio parere è una vera boccata d’aria fresca, un
rigenerante tuffo in una country music sincera e genuina. Non resta altro che
‘sintonizzarsi’ sulla sua lunghezza d’onda e lasciarsi stregare da queste
canzoni.
Remo Ricaldone
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