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Tex Smith - A Wayfarer's Lament

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Tex Smith è nato e cresciuto in Texas e le sue canzoni profumano di deserti, di polverose backroads e di solitari treni che attraversano lande i cui orizzonti si perdono nell’infinito. Al di là di una certa iconografia che lo avvicina a musicisti come Butch Hancock, Jimmie Dale Gilmore e alla country music degli anni cinquanta e sessanta (molte delle sue canzoni sarebbero perfette nella colonna sonora de ‘L’Ultimo Spettacolo’), qui vengono a contatto folk e country, umori roots rock filtrati attraverso i suoni della Sun Records. Tre dischi all’attivo per Tex Smith: il debutto nel 2009 con un disco omonimo che l’ha fatto conoscere anche al di fuori degli States, il secondo lavoro pubblicato un anno dopo ed intitolato “To A Bird Singing Woe” e questo “A Wayfarer’s Lament”, l’album che lo ha visto ‘rinascere’ dopo vicissitudini personali e familiari che hanno messo in pericolo la sua carriera e la sua vita stessa. Una sezione ritmica precisa e discreta come il suono di un ‘freight train’ a bassa velocità, le chitarre preziose di Ramsay Midwood, l’evocativa steel di Peter Stafford, una slide guitar e un piano qua e là, su queste coordinate viaggiano le storie di Tex Smith, tutte estremamente evocative, scarne e riarse dal sole texano, decisamente senza tempo. “A Wayfarer’s Lament” cresce ascolto dopo ascolto fino ad insinuarsi nel cuore di chi sogna luoghi e vicende raccontate da mille libri e film (e parlando ancora di cinema mi viene in mente il favoloso bianco e nero di “Hud Il Selvaggio” con Paul Newman), mostrando un artista il cui ‘body of work’ sta diventando decisamente rimarchevole. www.texsmith.net
Remo Ricaldone

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