
“Raven
Hotel” non solo conferma le qualità compositive e interpretative dello
storyteller di Houston ma eleva il livello della proposta ponendolo a fianco
dei migliori esponenti della canzone d’autore texana, mostrando una crescita
costante e decisa. Matt ha una voce espressiva ed incisiva, una grande classe
nel tratteggiare storie e situazioni, uno stile chitarristico pulito e
dinamico e “Raven Hotel” mostra tutto questo in maniera eloquente. Accanto a
lui, assieme agli strumenti a corda di Rich Brotherton (chitarre acustiche ed
elettriche, banjo, lap steel, dobro e basso), troviamo tra gli altri la
fisarmonica, l’organo e il piano di Bukka Allen, figlio del grande Terry, le
tastiere di Floyd Domino (protagonista assoluto nella inusuale “Burgundy &
Blue”, jazzata e notturna), il basso di Glenn Fukunaga, veterano di mille
sessions, il prezioso cammeo di Mickey Raphael all’armonica e il violino di
Maddy Brotherton. Un quartetto d’archi introduce “Old Spanish Moss”, ballata
stellare che apre l’album, seguita dalla più mossa “Half Developed Song” che,
con la solida “Rock & Roll”, l’eccellente title-track, “Old Allen Road”
dalle nuance ispaniche, “Slow Moving Train” e “Rearview Display”, unico brano
firmato in compagnia di George Ensle e Buffalo Rogers, rappresenta un po’ la
spina dorsale di questa ispirata raccolta di canzoni. Merita poi una
segnalazione speciale “Riding With The Wind” in cui viene dato ampio spazio alla
voce di Rachel Jones, già vocalist nel precedente disco, che dona ulteriore
grazia e limpidezza ad una ballata pianistica affascinante. “Raven Hotel” non
faticherà ad inserirsi tra i preferiti dell’anno in corso per tutti coloro che
apprezzano i singer-songwriters, categoria che ha visto il Lone Star State, da
decenni, sempre in prima fila.
www.mattharlan.com.
Remo Ricaldone
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