
Prosegue
con grande sicurezza e forza poetica la seconda (o terza?) giovinezza di Bob
Cheevers, saldamente ancorato alla tradizione cantautorale di Austin, Texas,
tra country music e folk. “On Earth As It Is In Austin” è ancora una volta,
significativamente, un omaggio alla città che lo ha accolto e valorizzato
appieno, proponendo quindici canzoni in cui appaiono altrettanti nomi
importanti della scena della capitale texana in un contesto essenzialmente
acustico, intimo e ispiratissimo. La vena poetica di Bob Cheevers, il suo fine
senso dell’umorismo, il suo puro talento compositivo (che ha colpito gente come
Johnny Cash e Waylon Jennings tra gli altri, e non è poco) sono qui evidenti e
chiari, in un continuo intrecciarsi di chitarre acustiche. Walt Wilkins,
Stephen Doster, Will Sexton, Chris Gage, Bradley Kopp, Dustin Welch, Warren
Hood e Marvin Dykhuis sono solo alcuni dei nomi coinvolti in un album che si
dipana per oltre un’ora e che mostra quanto sia efficace il songwriting di Bob
Cheevers, oltre al nitido timbro vocale che rimanda subito a Willie Nelson, tra
i preferiti del Nostro. Ed è proprio su queste assonanze che Bob ironizza e
tributa il suo affetto a Willie nella ottima “You Sound Just Like Willie” e
nella toccante canzone che dà il titolo al disco, mentre da rimarcare, tra le
piccole gemme presenti, “My First Rodeo”, addolcita ulteriormente da una bella
pedal steel, “Made In Mississippi” dalle tonalità bluesy e un po’ misteriose,
“Snake Oil Man” con la presenza al banjo del figlio di Kevin Welch, la
splendida “Hey Hey Billy” attraversata dal fiddle di Warren Hood, le emozioni
di “West Texas Sundown”, le reminiscenze ‘mexican’ di “I Don’t Need A Thing” e
la lunga, rarefatta “Paradise Lost”, perfetta per chiudere un lavoro che è il
manifesto ideale delle intenzioni e della passione di un nome che merita
attenzione e apprezzamento.
www.bobcheevers.com.
Remo Ricaldone
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