Caleb
Caudle, dopo “Tobacco Town” del 2012 che lo ha fatto conoscere a livello
nazionale, non è stato fermo un attimo. Quasi sempre ‘on the road’ (lo scorso
anno ha fatto circa 300 concerti in trenta Stati), ha comunque avuto la
possibilità di comporre le canzoni che ora fanno parte di “Paint Another Layer
On My Heart”, splendida conferma delle sue qualità di cantautore sulla scia
della ‘nobiltà’ texana come Townes Van Zandt, Guy Clark e James McMurtry oltre
che di Steve Earle e Chris Knight, esempi per le ultime generazioni di
musicisti roots. Caleb interpreta queste dieci canzoni con il cuore in mano,
descrivendo con sagacia la vita di un musicista e di un uomo spesso lontano da
casa e dai propri affetti, in cerca di amore, calore umano e amicizia. Arrangiamenti
impeccabili curati dal producer Jon Ashley (già con i Dawes, gli Avett Brothers
e i Band Of Horses), un senso melodico non comune, le armonie vocali intense di
Lydia Loveless e una manciata di sidemen ispiratissimi sono i punti principali
della riuscita di un disco che farà fatica ad uscire dal vostro lettore cd, un
disco che riserverà momenti che si ricorderanno a lungo. Americana,
alt-country, roots rock, canzone d’autore sono le coordinate del suono proposto
da Caleb Caudle, dalla ‘springsteeniana’ “Bottles & Cans” al capolavoro
“Trade All The Lights” che parla della decisione di trasferirsi dal North
Carolina (dove comunque è inciso l’album) a New Orleans (“…I would trade every
last light in New York City, to be there tonight with you in New Orleans”), passando
per la cristallina “Monday”, le ammalianti “Drag” e “The Countdown”, il fascino
della scarna “Missing Holidays”, solo chitarra e voce e poi ancora “Come On
October” in cui si aggiunge la pedal steel di Whit Wright. “Paint Another Layer
On My Heart” risulta così disco prezioso che affascinerà sia gli appassionati
della canzone d’autore sia coloro che stravedono per certo rock delle
radici. Consigliato. www.calebcaudle.com.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento