Da
quando Cody Canada ha di fatto sciolto i Cross Canadian Ragweed lasciandoci
orfani di una delle migliori band tra Texas e Oklahoma, il suo percorso
musicale è stato contraddistinto da una continua ricerca di equilibri e di
nuovi stimoli, cercando di ampliare sonorità pur mantenendo un legame con il
passato che garantisse la fedeltà dei vecchi fans. Con i Departed Cody ha
condiviso la leadership compositiva e strumentale con Seth James, grande
chitarrista che ha spesso spostato il suono verso un soul/blues tipicamente
sudista e sia “This Is Indian Land” sia “Adventus” hanno goduto di queste
variabili, soffrendo però di un ‘eccesso di entusiasmo’ che ha portato a
mettere un po’ troppa carne al fuoco, a focalizzare meno l’esito finale. I due
dischi comunque rimangono ottimi esempi di american music, due album sinceri e
genuini. Ora con “HippieLovePunk” non troviamo più Seth James e Cody Canada ha
deciso di rendere il tutto più lineare ed essenziale, garantendosi così un
risultato più consono alle sue attitudini. Rock’n’roll quindi ma anche ballate
e un ‘southern sound’ a tutto tondo che rende l’album, a mio parere, il miglior
prodotto post-CCR. Alle spalle di Cody troviamo, compatta, la stessa band con
Chris Doege alla batteria, Jeremy Plato al basso e Steve Littleton alle
tastiere, un combo che lo segue ad occhi chiusi con estrema vitalità e bravura.
Già con l’apertura affidata a “Comin’ To Me” possiamo apprezzare la proverbiale
passione rock di Cody Canada, qui esplicata alla massima potenza, seguita da
una altrettanto buona “Inbetweener”, elettrica e potente. “Easy” è una ballata
elettrica dalla melodia che cattura subito, interpretata con il cuore e un
bell’inserimento di organo e piano elettrico a metà, “Revolution” rialza i toni
con un altro momento da incorniciare per convinzione e sentimento, seguita da
una “Back Closer” pregevole e godibilissima. “Got It” prosegue nel segno di un
rock corposo e solido, ricordando i tempi con i CCR, così come una travolgente
“Great Big Nothin’”, tiratissima, “Maker” smorza poi i toni con atmosfere
acustiche ma ricche di tensione, “Stay” è una ballata ancora interpretata con
grande talento e sicurezza, inevitabilmente ‘southern’ nelle inflessioni.
Chitarre elettriche un po’ a la ZZTop introducono “Boss Of Me”, vibrante e
‘arrabbiata’, “All Nighter” è invece perfetta da cantare in coro, probabilmente
uno dei prossimi classici live, country music doc con i cori di Gary, Micky,
Willy, Cody e Muzzie Braun e la chiusura è affidata ad una ‘ghost track’
acustica e accorata che chiude con una nota poetica un disco intenso, vigoroso,
genuino ed orgoglioso come il protagonista, Cody Canada. www.thedepartedmusic.com.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento