Non
hanno bisogno di molte presentazioni Randy Rogers e Wade Bowen, tra i
protagonisti della scena texana di questi anni, legati da una forte amicizia e ora assieme nel primo episodio di una (speriamo) lunga serie di
lavori discografici. In questo “Hold My Beer, vol.1” emerge tutto l’amore per
la country music da parte di due artisti che hanno sentito il bisogno di
esternare tutto questo in una session impeccabile e straordinariamente vitale,
prodotta con la consueta maestria da Lloyd Maines. L’idea per questo disco è
venuta dopo un tour che li ha visti riprendere in mano, con forza e
convinzione, i suoni country che nelle loro pubblicazioni discografiche soliste
non sempre trovano spazio, in favore comunque di eccellenti sonorità più legate
all’ambiente rock. Qui invece, sin dalle prime emozionanti note di “In The Next
Life” che apre l’album, interpretano la country music come dovrebbe essere
sempre suonata, con semplicità, emotività, divertimento. Il suono durante tutti
e dieci i brani del disco è splendido, orgoglioso, limpido, con in primo piano
pedal steel (Lloyd Maines, chi altri?), fiddle (un sempre ispirato Brady
Black), organo e piano (il grande Riley Osbourn), chitarre elettriche sempre in
grande spolvero (ben tre, quelle di Todd Laningham, Will Knak e Geoffrey Hill)
e una solida sezione ritmica (Micah Vasquez e Caleb Jones ad alternarsi al
basso e Jay Saldana alla batteria). “I Had My Hopes Up High” dal repertorio di
Joe Ely è un vero gioiello, suonato con grande grinta e la voglia di
‘spaccare’, “’Til It Does” è invece dolce e intima, cantata con trasporto da
Wade Bowen, “Good Luck With That” riporta di nuovo il alto con il ritmo in una
canzone che sicuramente sarà un loro ‘highlight’ nei concerti, perfetta per
essere cantata in coro con il pubblico. “It’s Been A Great Afternoon” è Merle
Haggard al 100%, riconoscibilissima per stile, un classico di Hag che qui è
ripreso con gusto e profondo amore, “Standards” ha proprio il sapore dei
classici, pregnante e con una melodia di grande presa, con un Brady Black
stratosferico al fiddle, “El Dorado” è ancora grande, grandissima country
music, una lunga ballata cantata con il cuore in mano, tra le più belle
dell’album mentre “Hangin’ Out In Bars” è un cadenzato honky-tonk di caratura
superiore. A chiudere il disco i sono poi “Lady Bug”, deliziosamente acustica
con dobro e banjo a guidare una melodia ancora una volta vincente e “Reasons To
Quit”, altra ‘chicca’ firmata da Merle Haggard, melodia senza tempo, leggera e
prettamente acustica, con ancora Randy & Wade a duettare in maniera
convincente. Uno dei dischi dell’anno….secondo me.
Remo Ricaldone
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