
Terzo
disco per la band di Stewart Mann, tra le più fresche proposte del panorama che
si muove tra i suoni più vibranti e genuini del profondo sud, dopo l’ottimo “Different
Kind Of Light” del 2009 e “Ramble On Privilege Creek” del 2013 che mostravano
le molteplici doti di un combo che è cresciuto enormemente negli ultimi anni.
Come ispirazione si rifanno ai nomi storici come Allman Brothers Band e
Marshall Tucker Band, non dimenticando la lezione dei Creedence Clearwater
Revival e della Band di Robbie Robertson e si affiancano ai Band Of Heathens
con i quali si dividono i palchi dei clubs di Austin, Texas e l’amore per rock,
blues, soul, country e folk. “Jukehouse Revival” è un disco dove non si spreca
una nota, ricco di melodie che si fanno ricordare per il sapore dei classici e
contraddistinto da eccellente tecnica strumentale, dalle chitarre di Stewart e
Garrett Mann alle tastiere di Travis Bishop, fino ai preziosi contributi di
Geoff Quinn a pedal e slide guitar, Eleanore Whitmore al fiddle e a Gordy Quist
dei citati Band Of Heathens a confermare un forte legame di amicizia e
condivisioni. “Bedroom Flour” che apre l’album ha subito il classico afflato
sudista grazie ad un mix (che io trovo irresistibile) tra country music e
soul/blues con piano elettrico e pedal steel che arricchiscono una canzone
intrigante. “Every Town” ha nelle corde lo spirito di John Fogerty e soci, i
CCR più roots, “Undone” rafforza suoni e temi in una canzone intepretata con
inalterato cuore e passione, “Tallahassee” ha ancora una melodia vincente in
cui la country music si mischia agli altri suoni della tradizione ‘a sud della
Mason Dixon line’ in modo assolutamente naturale. “Jukehouse Revival” prosegue
quindi grazie alla voce di Stewart Mann sempre credibile, sempre eccellente e
scorrono fresche “Roll On Mama” con il suo piacevole aroma ‘deja vu’ che non ne
sminuisce però il fascino, “Like The Sound” tra rock e soul, vicina come
spirito ai compianti Black Crowes, “Honkytonkin’” dal bel intro di chitarra
acustica e dalle movenze ‘sincopate’, “Satisfied” con le sue limpide ‘pennate’
di steel e una melodia che li avvicina alla band di Zac Brown e la conclusiva
“Last Ramble” vero gioiello acustico in cui chitarre acustiche, banjo e
fisarmonica danno vita ad una canzone in cui il retaggio gospel emerge in tutta
la sua forza espressiva.
Remo Ricaldone
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