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Rod Picott - Fortune

Pubblicato da Remo Ricaldone |



Nuovo lavoro per Rod Picott, cantautore di vaglia che Lone Star Time ha portato da noi in compagnia della bella e brava Amanda Shires. “Fortune” ci presenta dodici nuove sue composizioni, alcune delle quali in collaborazione con suoi grandi amici e songwriters come Slaid Cleaves Ryan Culwell, in un insieme di grande presa poetica e profondità emotiva, toccando temi personali in un’ottica universale come amore, abbandono e la tragicità della guerra. Dal punto di vista strumentale grande è il lavoro del co-produttore e percussionista Neilson Hubbard che segna molte delle canzoni con ritmi particolari come “Until I’m Satisfied”, “Drunken Barber’s Hand” (con il banjo di Joshua Britt) e “Uncle John” che rimandano alla mente le magnifiche ballate oblique del Tom Waits di “Rain Dogs”, con un Will Kimbrough (tra i grandi talenti del panorama ‘americana’) strepitoso alle chitarre elettriche seguendo le orme di Marc Ribot. Una spanna sopra tutte ci sono “Elbow Grease”, melodia tra le più belle e piglio sicuro e “I Was Not Worth Your Love”, nitidamente interpretata con uno spirito che sarebbe piaciuto al Bob Dylan dei capolavori elettrici degli anni sessanta, mentre  “Maybe That’s What It Takes”, “This World Is A Dangerous Place” e “I’m On Your Side” accarezzano nelle melodie di impronta folk ma nei testi vanno a scavare nel profondo dell’animo umano. “Jeremiah” è la storia di un soldato caduto in Iraq, la già citata “Uncle John” descrive una famiglia problematica e “Alicia” è un ritratto pregnante ed emozionante, “Spare Change” gioca ancora sui sentimenti più sinceri e genuini completando con i loro quadri di vita un album inciso quasi di getto ma con canzoni meditate e ponderate con grande intelligenza, segno peculiare di un eccellente musicista come Rod Picott. www.rodpicott.com.
Remo Ricaldone

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