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Leeann Atherton - Barefoot Fields

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Leeann Atherton incarna alla perfezione lo spirito multiforme e variegato di Austin, Texas, città dalle mille e più possibilità rappresentate dai clubs, barrooms e honky tonks in cui la musicista che trattiamo si esibisce da tanti anni. Sin dagli inizi, dietro alla musica di Leeann c’è Rich Brotherton, chitarrista notissimo in città e non solo, protagonista di tantissime session e concerti in compagnia dei più bei nomi della musica texana, produttore degli ottimi “Lady Liberty” e “Heart Traveled Road”, due tra i migliori lavori della signora Atherton. “Barefoot Fields” vuole essere, fin dal titolo, la rappresentazione di quello che è il ‘live concert’ di Leeann Atherton, essenziale, scarno ma tremendamente genuino e accorato dove le chitarre della coppia Brotherton & Atherton sono le principali protagoniste, con Glen Fukunaga al basso e qua e la un po’ di percussioni ad arricchire il tutto. L’album si sviluppa attraverso composizioni originali che formano il nucleo, il cuore di “Barefoot Fields”, a dimostrazione della sempre notevole vena compositiva di un’artista che si è sempre mossa trasversalmente tra country music, folk e stilemi soul e blues tanto da avvicinarla come ispirazione alla prima Bonnie Raitt e alcune sorpendenti e riuscite cover. Tra le prime meritano di essere citate l’iniziale “Add It Up” che più di altre conferma i paragoni con Bonnie Raitt, la bellissima “Too Long At The Fair”, a mio parere uno dei capolavori del disco, firmata dallo sconosciuto (a me) Joel Zoss, le più country-oriented “Love’s Creation” e “Fallen Angel”, entrambe leggermente elettrificate, le intense “Mustard Seed”, “Texas Soulful Shuffle”, “Simple Heart” e “Let It Shine”, interpretate con una voce dalla notevole estensione e forza. Un discorso a parte meritano le due altre cover, per certi versi sorprendenti come scelta ma decisamente riuscite, entrambe pervase da un pathos pregevole, “Catch The Wind” di Donovan, classico del repertorio del folksinger scozzese e “On The Nickel” di Tom Waits in una performance che non fa rimpiangere l’originale. “Barefoot Fields” è in definitiva un disco semplice, lineare e sincero, meritevole di essere apprezzato così come la sua autrice. www.leeannatherton.com.

Remo Ricaldone

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