Come
dice inequivocabilmente il titolo, questo disco è dedicato a coloro che
apprezzano la canzone d’autore, quella particolare forma espressiva che dagli
anni sessanta con il boom del folk revival ha sempre più contribuito a formare
la coscienza comune attraverso impegno politico e sociale o introspezione personale,
tratti autobiografici o la semplice descrizione della realtà che ci circonda,
con sullo sfondo paesaggi urbani o di campagna. “Singer Songwriters From Home”
vede quattro esempi di tutto ciò, quattro cantautori di diversa estrazione e
provenienza ma con il comune denominatore di esprimere attraverso le loro
composizioni l’animo umano con intelligenza e accorata passione e genuinità. Di
Bob Cheevers abbiamo già parlato su queste ‘pagine’, grande voce che ricorda
inevitabilmente Willie Nelson ma assolutamente personale, una manciata di
eccellenti dischi con la convinzione di rappresentare con talento la Austin più
country e folk. La collaborazione con nomi come Ray Wylie Hubbard, Walt
Wilkins, Kevin Welch ci fa capire quanto importante sia la sua musica. Qui
sono quattro le canzoni proposte: “These Are My Words” (con le tastiere del
mitico Spooner Oldham), “The Legend Of Sleepy Hollow”, “Progress” e “Test Of
Fire”, tutte degne di nota e di un ascolto attento e approfondito. Altro nome
di rilievo nella scena cantautorale americana è certamente Greg Copeland,
californiano, grande amico e collaboratore di Jackson Browne, non molto
prolifico ma sempre interessante. Cinque le canzoni presenti in cui è
affiancato da alcuni personaggi di assoluta bravura strumentale, dalle chitarre
di Greg Leisz nella bella “Roughhouse Boys” in cui spiccano il violino di Gabe
Witcher e la fisarmonica di Phil Parlapiano, al mago degli strumenti a corda
David Lindley che nobilita “Are You Here” e lo stesso Jackson Browne (con band)
che da il suo contributo a”Pretty Girl Rules The World”. Keith Miles è un altro
ottimo autore e cantante, ha base a Nashville dove si è creato un buon nome
affinando innate doti descrittive e melodiche. “Playing Your Guitar”,
“Homeland”, “Kerouac Days”, “Just That Kinda Girl” e “Ask Me Tomorrow” sono
l’esempio lampante di tutto questo, grazie anche alla produzione di Jack Sundrud
e la presenza del polistrumentista Russ Pahl (steel, acustica, banjo) e di
Tammy Rogers al violino. A completare questa ‘line-up’ Barry Ollman, forse il
meno noto ma comunque decisamente valido, proveniente da Denver, Colorado. Anche in
questo caso le sessions sono arricchite da grandi nomi come Tim O’Brien al
mandolino nella notevole “Murmuration”, il bassista di Springsteen Garry
Tallent e John Fullbright al piano in “The World Is Your Apple”. Proposta ricca
questa che soddisferà chi cerca qualcosa di più profondo nelle canzoni e fa
particolare attenzione alle sfumature e all’importanza dei testi, un lavoro tra
le cui pieghe troverete qualche ‘pietra preziosa’.
Remo Ricaldone
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