
Un
nuovo interessante nome si affaccia sul panorama country e roots americano: il
suo nome è Jeremy Pinnell, nato nella parte settentrionale del Kentucky dove
le influenze sudiste sono forti ma nel contempo c’è anche aria di nord e di
midwest in un incrocio di tradizioni che potremmo inquadrare nella più classica
‘american heartland’. Cresciuto inevitabilmente con la country music più
tradizionale, Jeremy Pinnell la interpreta spogliandola da ogni orpello e da
ogni retorica, dando voce e spazio alle situazioni più genuine e semplici,
intendendo al meglio quella che viene definita ‘three chords and the truth’,
l’essenza del genere. “OH – KY” è il suo esordio discografico e ben inquadra
intenzioni e obiettivi, concentrando in dieci ottime canzoni il suo essere in
una country music senza tempo ma con tanti nobili riferimenti, a partire da
Hank Williams Sr. Accompagnato dai 55s, band che usualmente lo segue nelle
performance live, Jeremy Pinnell mostra già dalla sua prima opera quanto le sue
doti si siano irrobustite nel corso degli anni e attraverso tante serate negli
honky tonks e nelle barrooms della più profonda provincia americana. Cameron
Cochran alla pedal steel, Brad Myers a chitarra e mandolino, Harold Kennedy
all’altra chitarra, Charles Christopher Allet alla batteria e Ben Franks al
basso formano un combo che sa il proprio mestiere e che segue con discrezione e
sincera passione il frontman, regalando emozioni semplici ma di sicuro
graditissime. “The Way Country Sounds”, “Outlaw Life”, “Them Days And Nights”,
“Loose Women”, “Rodeo” celebrano già dai titoli il ‘modus vivendi’ del nostro,
la vita di tutti giorni scandita da incontri apparentemente scontati ma ricchi
di grande umanità, la gioia e la
sofferenza che si nasconde nelle pieghe della propria esistenza. Country music
scarnificata all’osso ma proprio per questo tremendamente sincera, vicina come
spirito agli outlaw texani ma anche, facendo un paragone magari un po’ forzato
con un suo conterraneo, a Chris Knight nella sua accezione più roots. “OH – KY”
è un lavoro da tenere in considerazione, da apprezzare perché ci presenta un
genere che sta ritrovando forza grazie a gente come Whitey Morgan, Chris
Stapleton, JB Harris, Sturgill Simpson e gli altri che si contrappongono alla
‘deriva’ pop del mainstream nashvilliano.
www.jeremypinnell.com.
Remo Ricaldone
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