Disco
molto particolare nella sua genesi questo “Us Time”, eccellente nuovo album di
uno dei beniamini di Lone Star Time. Stoney ha infatti coinvolto in prima
persona i fans nella scelta del materiale, in un rapporto sempre primario e
propositivo, compilando una selezione di originali e di cover, splendidamente
prodotta dalla coppia R.S. Field e Van Fletcher. Ad accompagnare Stoney LaRue
in questa sua nuova avventura ci sono nomi di grandissimo rilievo come il
chitarrista David Grissom, il fiddler e mandolinista Warren Hood e il
batterista Greg Morrow solo per citare i più noti, non tralasciando il
bravissimo Kevin Sciou alle chitarre e le tastiere di Steven Conn. Ancora una
volta ispiratissimo nelle interpretazioni, Stoney ci sorprende con cover come
“Into The Mystic” di Van Morrison, certamente la più inusuale ma tra le più
belle dell’album, “Feet Don’t Touch The Ground” di Brandon Jenkins, “Train To
Birmingham” di John Hiatt, “Box #10” di Jim Croce e la classicissima “Wichita
Lineman” di Jimmy Webb, tutte decisamente di gran classe. Meno note le riprese
di “Oklahoma Breakdown” di Michael Hosty, la soffice country ballad “Empty
Glass” firmata a quattro mani da Dean Dillon e Gary Stewart e la ‘mexican
flavored’ “Seven Spanish Angels” composta da Troy Seals in cui appare a
duettare con Stoney, Cody Canada in un altro momento topico dell’album. Buone
anche le tre canzoni in cui nella scrittura Stoney LaRue viene affiancato da
Dean Dillon (una riflessiva “Us Time”), da Brandon Jenkins (“Til The Morning
Comes”, altra ballata di pregio) e da Mando Saenz (una bella e trascinante
“Easy She Comes”), segno positivo di forma per il musicista texano ma
attualmente residente in Oklahoma. “Us Time” è quindi caldamente consigliato,
non solo ai fans che non avranno certo bisogno di particolare sprone
nell’acquisto, a coloro che seguono la sempre attiva scena tra Oklahoma e
Texas.
Remo Ricaldone
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