Quarto
lavoro per la brava cantante texana che ha saputo ritagliarsi una solida base
di appassionati anche (o soprattutto) in Europa grazie ad una voce limpida e
modulata, ad uno stile prettamente acustico che si ispira alla country music
‘made in Texas’ ma anche alla grande tradizione cantautorale che ha fatto del
Lone Star State uno dei crocevia più importanti in fatto di commistioni e
incroci di stili ed influenze. “Love, Guns & Money” è inciso dal vivo negli
studi The East Side Flash di Austin con una manciata di grandi nomi come il
batterista Paul Pearcy, protagonista di centinaia di session con il suo preciso
e volitivo drumming, il tastierista Radoslav Lorkovic, tra i migliori pianisti
della scena indie americana e John Inmon, altro veterano in Texas a partire
dalla sua storica militanza nella Lost Gonzo Band di Jerry Jeff Walker. Il
disco scorre con grande naturalezza e forza poetica al di qua e al di la del
border, nelle terre che sono nel cuore alla musicista di chiare origini
‘mexican’, dalla pregnante “Buscando Para Ti” e “Guns And Money” in cui il
Messico ha un ruolo primario grazie alla fisarmonica di Mr. Lorkovic che accarezza
ed affascina. Se “Independence Day” è più elettrica anche se mai con toni
troppo aggressivi, già dalla seguente “I Sang Patsy Cline” si celebra una delle
influenze maggiori di Bianca De Leon e nelle ottime “Nothin’” e “Ramblin’ Man”,
unite in un medley di buona fattura, vengono omaggiati rispettivamente Townes
Van Zandt e Hank Williams Sr., altri due chiari punti di riferimento. “The
Bottle’s On The Table” ha ancora il sapore di una country music che si può
ormai trovare solo nelle produzioni indipendenti, acustica e accorata, così
come il delizioso country waltz di “This Time”. “Silence Speaks Louder Than
Words” e “Garden In The Sun” ci regalano ancora emozioni acustiche e completano
un disco rilassante e pregnante che merita attenzione. www.biancadeleon.com.
Remo Ricaldone
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