
A
più di due anni di distanza da “Trouble” torna in studio la band di Randy
Rogers che nel frattempo non era stato certo con le mani in mano, regalandoci
un eccellente doppio cd/dvd live al Floore’s Country Store di Helotes, Texas
nel 2014 e l’altrettanto godibile “Hold My Beer vol.1” in compagnia di Wade
Bowen. “Nothing Shines Like Neon” è questa volta prodotto da Buddy Cannon,
espertissimo producer di Nashville legato profondamente ad una country music
distante anni luce da quel suono stereotipato dell’attuale Music City ed
intelligente abbastanza per far emergere sempre la personalità di un gruppo del
calibro della Randy Rogers Band. Ne esce così fuori un lavoro prima di tutto
piacevolissimo e personale, ricco di spunti e di ospiti ma soprattutto notevole
dal punto di vista compositivo, con un buon contributo da parte dello stesso
produttore in veste di autore e un giusto equilibrio tra originali e cover.
“San Antone” firmata da Keith Gattis apre l’album e subito si candida ad essere
tra le migliori per fascino e sentimento, con il fiddle di Brady Black in primo
piano mentre “Rain And The Radio” annerisce un po’ i suoni con un’intro di
piano elettrico interessante e poi si snoda una melodia che non aggiungerà
nulla alla bravura di Randy ma che risulta deliziosa. “Neon Blues” è un’altra
melodia fascinosa e sofferta, interpretata con il cuore, “Things I Need To
Quit” è asciutta e solida, tra le migliori del disco, una love song che rimane
dentro e chiede solo di essere riascoltata, “Look Out Yonder” vede la presenza
di Alison Krauss e di Dan Tyminski in una melodia naturalmente acustica e più
classicamente country, con inevitabili interventi di fiddle e pedal steel.
Altra performance da ricordare. “Tequila Eyes” mi ricorda certe vecchie ballate
dei primi Brooks & Dunn, evocativa e poetica, con ancora il fiddle di Brady
Black a caratterizzare la melodia, “Takin’ It As It Comes” è trascinante e
positiva, un vero ‘honky tonk anthem’ in cui fa bella mostra Jerry Jeff Walker,
perfettamente a proprio agio tra rock e country. Acustica e romantica “Old Moon
New” è da mettere tra le cose più sentimentali di Randy Rogers, una pausa prima
del trittico finale che ci consegna una sinuosa e notturna “Meet Me Tonight”,
“Actin’ Crazy” con la presenza di Jamey Johnson che la orienta verso una
country music sincera e genuina
dall’inconfondibile ‘taglio’ texano e “Pour One For The Poor One”, altra gemma
incastonata nella più classica tradizione. Un altro lavoro che pone Randy Rogers
e la sua band quale capofila della musica che amiamo.
Remo Ricaldone
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