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Dub Miller - The Midnight Ambassador

Pubblicato da Remo Ricaldone |


Uno dei pionieri di quel movimento tra rock e radici che ha base in Oklahoma e in Texas, Dub Miller ci aveva affascinato e conquistato con quel bellissimo disco che si intitolava “Post Country”(il suo secondo dopo "American Troubadour"), pubblicato nel 2002 e ancora oggi tra le cose più belle degli ultimi anni in questo ambito sonoro. Da allora però un silenzio discografico lunghissimo, spezzato solo da qualche fugace apparizione come quella nel tributo alla musica di Robert Earl Keen del disco “Undone” in cui interpretava una ottima “Front Porch Song”. Quattordici anni sono un’eternità nel ‘music biz’ ma ora, riprendendo miracolosamente una carriera che lo vede ispiratissimo come se tutto questo tempo non fosse passato, ecco “The Midnight Ambassador”, prodotto da Adam Odor e accompagnato da una serie di grandi della scena texana. Dub Miller non ha lasciato nulla al caso, ci consegna dodici grandi canzoni e le interpreta da par suo, con grande coinvolgimento e convinzione. Il disco è inciso tra gli Yellow Dog Studios di Wimberley, Texas e i mitici studi Abbey Road di Londra e vede come ospiti alcuni tra i musicisti che abbiamo avuto più volte la fortuna di apprezzare in questi anni,  Cody Braun (fiddle e mandolino), Brady Black (ancora al fiddle), l’immarcescibile Lloyd Maines, Matt Skinner, lo stesso producer Adam Odor e Scott David alle chitarre tra gli altri.  E poi, su tutto, c’è lui, Dub Miller, a guidare con mano ferma queste canzoni profondamente ispirate, con l’intenzione di riproporsi alla guida di questo panorama musicale in cui alla base c’è passione, intensità e voglia di esprimere i propri sentimenti attraverso storie vere. Dalla classica ballata acustica “Things I Love About You” con l’incipit “I like the way a big Gibson guitar sounds in a dark empty room….” in cui pian piano si inseriscono steel, sezione ritmica e chitarra elettrica a completare una melodia senza tempo, ci rendiamo conto di quanto ci sia mancato un autore ed un interprete come Dub Miller. “Broken Crown” coinvolge subito con un intro eccellente, il suono è scintillante, la melodia mostra ancora qualità superiori, più rock ma con le radici country in bella mostra. “The Day Jesus Left Odessa” è uno dei capolavori del disco, intensa ed interiore, cadenzata e guidata con sapienza dal fiddle di Cody Braun, “Mandi Jean” è movimentata e spumeggiante, certamente più ‘leggera’ ma con un irresistibile lavoro ritmico che ricorda certe cose di Buddy Holly, “Charlie Goodnight” ha il sapore e i colori di una ballata western ed è ‘raccontata’ con piglio certamente convincente. “Comfortably Blue” mostra tracce quasi bluegrass grazie al bel lavoro di banjo e mandolino e ad un ritmo coinvolgente, “The Last Church Bell” con la sua coralità incantevole è un altro momento topico del disco, “Taking Our Sunshine Away” porta le atmosfere in ambiti piacevolmente rock’n’roll, “Big Chief Tablet” alza il tiro con una splendida melodia che la avvicina alla Louisiana. A completare questa raccolta di nuove canzoni, Dub ci regala ancora una ballata western ricca di pathos con “Ain’t No Cowboy”, saga di oltre sei minuti, “The Midnight Ambassador” che ha le coordinate della più classica delle country ballads e una “Sailboat Song” che sprizza divertimento ed ironia, perfetta per dare un ‘arrivederci’ a presto ad un altro disco. Speriamo non tra altri quattordici anni! www.dubmiller.com. 

Remo Ricaldone

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