Echo
Bloom è la band guidata dal cantante, autore e chitarrista Kyle Evans,
cresciuto nel profondo sud degli States ma artisticamente legato a Washington
DC, Los Angeles e San Francisco dove ha operato con successo proponendo la sua
‘via alla musica delle radici’ con saggezza e grande bravura. Unendo rock e
roots music Kyle Evans ha raccolto attorno a se il chitarrista Josh Grove, il
banjoista Steve Sasso, Aviva Jaye alle tastiere e la sezione ritmica formata da
Jason Mattis al basso e Shareef Taher alla batteria, dando vita ad una band solida
e duttile, capace di cambiare pelle con grande naturalezza. “Red” è il secondo
disco di una triade in cui i colori rappresentano l’immaginario al quale
ispirarsi, seguendo stati d’animo e sensibilità diverse. Nel 2015 era stato
pubblicato “Blue”, un disco le cui ispirazioni viravano verso sonorità vicine
al mondo folk. Album incensato dalla rivista No Depression che aveva speso
commenti molto, molto lusinghieri. Ora “Red” avvicina gli Echo Bloom ad
atmosfere più country rock, condividendo aspirazioni e inflessioni con band
come Son Volt e talvolta Wilco, insomma l’alternative country nella sua
accezione più nobile. La produzione è nelle mani dello stesso Kyle Evans,
autore del materiale nella sua interezza, proponendo talvolta un suono che
acquisisce tonalità psichedeliche (come nella affascinante ed ipnotica
“Willingham”) ma che non disdegna un più robusto sguardo alle radici come nella
limpida melodia country di “Another Rose”, introdotta da splendide armonie
vocali. “Texas Two” è intimista e inevitabilmente legata al country/folk di
marca texana, “Revenge” è per contro un rock ruvido e tagliente che guarda al
passato con riverenza e passione, “Leaving Charleston” è uno dei punti più alti
di queste session, la migliore introduzione al suono degli Echo Bloom. Da
ricordare sono poi “Evangeline”, robusto incrocio tra Green On Red, Old ‘97s e
alcune cose di Ryan Adams, “In Orbit” eterea ed estremamente poetica con
l’introduzione della pedal steel di Michael William Levine e uno sviluppo
melodico di classe, con lo strumentale “Cynthia’s Song” a fare da perfetta
introduzione e “Country Op” che chiude il disco con il ritorno a sonorità
country. Il prossimo capitolo sarà “Green”, chiusura in cui i suoni saranno, a
detta di Kyle e soci, maggiormente pop. Staremo a vedere (e a sentire).
Remo Ricaldone
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