Ogni
nuovo disco della band dei fratelli Willy e Cody Braun regala emozioni profonde
ed autentiche a riprova del fatto che sia una delle più belle realtà del
panorama tra Texas e Oklahoma, con il giusto mix di grandi ballate acustiche e
sferzanti rock chitarristici. E queste due appaiono in tutta la loro bellezza
nelle tredici tracce che compongono “Sunset Motel”, nono lavoro in studio dei
Reckless Kelly, tra i più belli ed intensi di una produzione sempre
abbondantemente sopra la media. “How Can You Love Him (You Don’t Eeven Like
Him)” è la perfetta sintesi del loro suono e apre giustamente l’album con una
melodia ed un trasporto subito fortemente accattivanti. Un midtempo che subito
fa spazio alle travolgenti chitarre elettriche della seguente “Radio”, rock che
mostra gli artigli e colpisce nel cuore. In “Buckaroo” rimangono le chitarre
elettriche ma i ritmi si fanno più rallentati e la vena melodica dei fratelli Braun regala
un’altra perla, bissata dall’evocativa magnifica “Sunset Motel”, capolavoro di
equilibrio acustico e di potenza evocativa. In questa parte i Reckless Kelly
coinvolgono con ballate dal sapore agrodolce, diretto e genuino come “The
Champ”, altro numero di gran classe (e il bel mandolino di Cody Braun), “One
More One Last Time” introdotta dall’armonica di Willy Braun, l’ancora splendida
“Forever Today” interpretata da Willy con il cuore in mano. In “Volcano” è
limpida la classe di Willy Braun come autore, capace di condensare e dispensare
gioiellini elettro-acustici, sempre e comunque appassionante. “Give It Up”
riporta in alto i ritmi con il fascino immediato di una canzone che non
faticherà certo a diventare uno dei classici dal vivo, la corale “Who’s Gonna
Be Your Baby Now” contraddistinta dalla pedal steel nelle sapienti mani di
Marty Muse, ospite illustre assieme a Bukka Allen, Micky Braun (senza
Motorcars), Chris Masterson ed Eleanor Whitmore, è ancora brillante e si fa
ricordare con grande piacere, mentre “Moment In The Sun” scorre benissimo
unendo chitarre elettriche, mandolino e un contagioso arrangiamento vocale che
mi ricorda molto l’età d’oro del country-rock californiano. Il tempo ancora per
due splendide melodie, quella di “Sad Songs About You”, asciutta, sofferta e
tormentata e “Under Lucky Stars”, sognante chiusura, e subito la voglia è di
mettere il tasto ‘repeat’ e riprendere tutto da capo. E se non bastasse, lo
straordinario artwork della confezione è la ciliegina sulla torta con tutto il
fascino vintage di un ‘pieghevole’ pubblicitario di un motel, con tanto di
portachiave incluso. Caldissimamente consigliato.
Remo Ricaldone
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