Texano
di Beaumont, Jesse Dayton rappresenta al meglio il punto di incontro tra la
country music più classica, quella di grandi come Johnny Cash, Waylon Jennings,
Willie Nelson e George Jones e lo spirito punk ed iconoclasta incarnato da una
band seminale come i Clash, tutta musica che ha fornito le basi per il suo
suono, dirompente e accorato, ispirato e trascinante. Il suo nome è più legato
alla bravura come sideman e chitarrista piuttosto che ai suoi dischi solisti,
pur in gran parte notevoli e superiori alla media. Dal suo ottimo “Raisin’
Cain” del 1995 e attraverso album del calibro di “Hey Nashvegas”, “Country Soul
Brother” e “Holdin’ Our Own” in duetto con Brennen Leigh, Jesse Dayton ha
proposto un suono al tempo stesso fedele alle radici e vicino agli estremi
rock, unendo idealmente due mondi apparentemente distanti anni luce ma spesso
accostati da gente come Hank III e i Social Distortion. “The Revealer” per
maturità, qualità delle canzoni e giusto approccio al materiale può essere il
lavoro perfetto per farlo ‘sfondare’ anche come solista, in un disco
impeccabile e travolgente. E se “Daddy Was A Badass” è un roccioso honky tonk
‘outlaw style’, “Holy Ghost Rock’n’Roller” fa rivivere la storica stagione dei
Blasters con un rock’n’roll veramente strepitoso, nello spirito dei fratelloni
Alvin. “The Way We Are” è un altro gioiello legato a filo doppio a Waylon e
George Jones, con quest’ultimo che torna in mente attraverso sfumature simili
nella voce di Jesse Dayton, pur più bassa e profonda, “Eatin’ Crow And Drinkin’
Sand” è un pregevole ritratto del più profondo Sud, tra country music e pulsioni rock, “Possum Ran Over My Grave” è ballata dalle grandi suggestioni
con George Jones che da lassù sorriderà benevolo, “Take Out The Trash” è più
rock e a me ricorda (anche vocalmente) il miglior Warren Zevon in un momento
solare e godibilissimo. Jesse Dayton ha ancora molte frecce al proprio arco e
così si susseguono una “Mrs. Victoria (Beautiful Thing)” pregna di blues e
umori ‘southern’, prevalentemente acustica e guidata magistralmente da una
slide guitar, l’adrenalitica “3 Pecker Goat” firmata a quattro mani con Hayes
Carll, “Match Made In Heaven” vede Jesse duettare con Brennen Leigh riprendendo
il discorso di anni fa con il citato disco in coppia in una cadenzata e
classica country song, “I’m At Home Gettin’ Hammered (While She’s Out Gettin’
Nailed)” aggiunge un pizzico di bluegrass ad un ‘train time’ semplicemente
delizioso. A chiudere l’album due momenti più riflessivi e rilassati: “Never
Started Livin’” interpretata ancora una volta con il cuore ed intrisa di
nostalgia e di amarezza e “Big State Motel”, ballata acustica che rimanda ai
giorni gloriosi della Allman Brothers Band e una melodia che rimane a lungo
nell’anima. Degna chiusura di un disco che regala momenti di vera poesia e
trascinante ritmo. www.jessedayton.com.
Remo Ricaldone
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