Nato
a Houston, Texas ma ben presto trasferitosi a Winnipeg, Canada, Ed Dupas è
tornato negli States ricollocandosi nei dintorni di Detroit, Michigan, ad Ann
Arbor per la precisione. Ed è un libero pensatore, nella musica e nella vita,
un musicista che non si accontenta dell’idea ‘mainstream’ ma va alla ricerca di
una sua via personale e genuina all’arte e questo suo secondo sforzo
discografico intitolato “Tennessee Night” che segue di due anni l’esordio di “A
Good American Life” sta a testimoniare appieno doti compositive e intepretative
decisamente notevoli. Il suo è un fresco e corroborante, profondo ed intenso
mix di country music, canzone d’autore e roots rock che lo avvicina idealmente
alla scena tanto amata tra Texas ed Oklahoma. Qui rispetto al primo album c’è
un maggior lavoro di produzione affidata al bravo Michael Crittenden che cuce
attorno alla voce del protagonista un abito lineare, asciutto e sinceramente
vissuto in cui la telecaster di Ed Dupas arricchisce un suono comunque
elettro-acustico in cui fanno bella mostra steel e una eccellente serie di
chitarre acustiche. Esperienze personali e temi sociali si alternano in queste
undici canzoni, sempre in bilico tra la ballata e il formato ‘midtempo’,
accorate e dotate di grande sensibilità. “Too Big To Fail” mette subito le
carte in tavola con la forza dello storyteller che non disdegna suoni corposi e
rock, tra sensibilità ‘blue collar’ e tematiche legate alla più vera ‘heartland
country’. “Two Wrongs” colpisce ancora al cuore con grinta mentre “Heading Home
Again” è splendidamente country, come dovrebbe sempre suonare, con le armonie
vocali di Judy Banker e il banjo del producer Michael Crittenden. “Do It For
Me” è ballata scarna, acustica, ma subito nobilitata dall’ingresso della steel
e da un’atmosfera fascinosa, “Some Things” vede duettare Ed Dupas e Tara
Cleveland in un’altra ballata intensa e pregnante, “Up Ahead” è ancora chitarra
acustica e pedal steel, evocativa e pura, “Anthem” riprende vigore inserendo la
spina ed elettrificando una ballata nuovamente sontuosa, “Everything Is In
Bloom” è bucolica e godibilissima con i controcanti di Cole Hanson e un
andamento cadenzato, “Promised Land” (no relation!) ha un piacevole ‘train
time’ che la introduce e ne caratterizza lo svolgimento. “Tennessee Night”,
title-track che vede nuovamente duettare Mr. Dupas e Cole Hanson introduce la
chiusura affidata a “Hold Me Tight”, perfetta per dare l’arrivederci ad un nome
relativamente nuovo qui da noi e che merita grande attenzione. File under:
‘Garage Country’.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento