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Doug Schmude - Ghosts Of The Main Drag

Pubblicato da Remo Ricaldone |

“Ghosts Of The Main Drag” è, per sgombrare subito il campo da equivoci, un ottimo album in cui si incontrano il roots rock di Son Volt e Green On Red, le ballate acustiche arse dal sole di Texas ed Oklahoma (dove il nostro ha passato I suoi ‘formative years’) e le melodie ispirate a Reckless Kelly e Cross Canadian Ragweed. Chitarre elettriche che fendono l’aria e acustiche che accarezzano ma al tempo stesso scavano nel profondo, incisive e significative. Doug Schmude, nativo di Baton Rouge, Louisiana, si è fatto le ossa nel Lone Star State ma poi la voglia di viaggiare lo ha portato a Boulder, Colorado, Nashville e attualmente nel sud della California dove si è autoprodotto un disco da godere dalla prima all’ultima nota, corroborante e intenso. Polistrumentista eccellente, Doug è anche l’autore di tutte le canzoni e durante queste sessions registrate ad Irvine, città satellite di Los Angeles nella parte meridionale della metropoli, si è avvalso della partecipazione del fiddler Kyle Nix dei Turnpike Troubadours che si alterna a Jessy Greene (già con i Jayhawks), Bobbo Byrnes all’organo e al basso e a Joe Fick al contrabbasso. L’album entra subito nel vivo con una “Ghosts Of The Main Drag” aperta da un ottimo riff di chitarra elettrica e una solida melodia ‘rockin’ country’, “Small Town Eulogy”, con Kyle Nix al fiddle, non può non rimandare ai Troubadours e mostra notevoli affinità con la tanto amata scena ‘Red Dirt’, “One Thing Left To Say” è deliziosamente acustica, dobro e chitarre acustiche ricamano, Doug Schmude interpreta con sapienza, “Why’s It Take A Funeral?” ricorda il Dan Stuart con i Green On Red più intriganti ed espressivi. “Ghosts Of The Main Drag” è un lavoro equilibrato, ricco ma anche essenziale ed è arrangiato dando risalto alle melodie riuscendo a sottolinearne le qualità, alternando intelligentemente elettrico ed acustico. “Rusty Dog Tag” esprime con completezza tutto questo tra feedback elettrici e suggestioni roots, “Wooden Nickel” libera la melodia con una leggerezza non facile a trovarsi, profumi sixties e grande naturalezza, “Bailing Wire” è altamente evocativa, una ballata di classe, “Overpass” è più ‘leggera’, una piccola pausa prima delle conclusive, intense “Hazelton Road” e “Final Fais Do Do”, la prima dall’orgoglioso piglio ‘southern’ con la slide acustica protagonista, la seconda omaggio alla nativa Louisiana. Disco da inserire nella vostra collezione tra i migliori nuovi nomi della scena roots.
Remo Ricaldone

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