Lynne
Hanson sa essere graffiante e carezzevole, ruvida e inevitabilmente dolce,
dotata com’è di un talento limpido e naturale nell’afferrare i momenti più
significativi delle sue esperienze personali per trasporle in musica in un
insieme che può ricordare Lucinda Williams, Kate Campbell o Mary Gauthier. Come
molti suoi connazionali canadesi, la cantante ed autrice di Ottawa mostra una
capacità non comune di interpretare le radici del suono americano accostando
sensuali blues a deliziosi numeri country-folk, elettrificando spesso ma sempre
con grande misura le sue canzoni. “Uneven Ground” non fa che confermare una
vena ben lungi dall’esaurirsi, nel solco tracciato dai precedenti lavori, con
uno spirito orgogliosamente legato alle più sincere tradizioni del sud a stelle
e strisce. In Canada ha raggiunto una buona fama negli ambienti roots mentre
negli ultimi anni è riuscita a ritagliarsi un discreto spazio negli States
apparendo al famoso appuntamento texano del Kerrville Folk Festival dove ha
saputo conquistare gli appassionati grazie al materiale dei suoi primi quattro
dischi (incisi tra il 2006 e il 2014). “Uneven Ground” è un disco dalle molte
qualità: una scrittura mai banale che affascina, arrangiamenti lineari curati
senza sprecare una nota, interpretati da una ‘backup band’ esperta ed
affidabile in cui spiccano le chitarre di Chris Carmichael e Scott Nolan, le
tastiere di Jeremy Rusu e una sezione ritmica precisa e mai invadente formata
da Christian Dugas alla batteria e MJ Dandeneau al basso. La personalità non
manca a Lynne Hanson e le sue canzoni, vissute in maniera persuasiva ed
effficace, entrano pian piano nel cuore per occupare uno spazio importante
nella scena roots al femminile. “Carry Me Home”, “Dead Weight”, “Swallow Me
Up”, “Devil Said Do”, “Uneven Ground”esprimono il lato più ‘bluesy’ di Lynne
Hanson, espressivo ed intenso, mentre
brani come “Counting Heartbeats”, “Stronger”, “Broken With You” con una voce
che ricorda in modo impressionante quella della compianta Kate Wolf, “Every
Honest Misstep” ballata elettro-acustica di grande fascino, “One Grain At A
Time” maliconica e pregna di fascino nostalgico raffigurano quello più poetico
e intimista, più legato ad atmosfere cantautorali tra folk e country. Un disco
che come detto ha il pregio di conquistare con gli ascolti e una figura di
grande pregio e attrattiva.
Remo Ricaldone
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