E’
cosa rara pubblicare un doppio disco in studio e cosa ancora più rara è farlo
con quella semplicità e sfrontatezza caratteristica peculiare per Susan
Cattaneo, poliedrica musicista dell’area di Boston al quinto lavoro solista,
probabilmente il suo più maturo e compiuto. “The Hammer & The Heart” mostra
con fierezza e accorata personalità le varie sfaccettature di un suono che va
dal roots/rock e rockabilly al country/folk, intepretato da una ‘house band’ di
grandissima caratura. Ad aggiungere fascino e qualità a queste canzoni ci sono
poi parecchi ospiti che ‘segnano’ un suono sempre ben definito ed equilibrato,
con una produzione praticamente impeccabile merito della stessa Susan Cattaneo.
L’album è diviso logicamente in due parti distinte, con un primo disco, “The
Hammer”, tosto e grintoso, mentre il secondo, “The Heart”, è più acustico e
vira verso atmosfere acustiche e roots. Scelta intelligente, a sottolineare si
una continuità e un manifesto delle proprie intenzioni ma anche il ‘cambio’ di
mood, è quella di affidare l’apertura dei due dischi a una splendida “Work Hard
Love Harder”, melodia eccellente ripresa con trascinante verve rock in
compagnia dei grandi Bottle Rockets, roots-rock band di St. Louis, Missouri e
con suadente e delicata ispirazione con le voci dei Boxcars Lilies. Sempre sul
primo cd è utile soffermarsi sulla magnifica ballata elettrica firmata ed
interpretata da Susan con Mark Erelli intitolata “The River Always Wins”, tra i
capolavori del disco, così come preziosa è la cover di “Does My Ring Burn Your
Finger?” dal repertorio di Buddy & Julie Miller, mentre corroboranti sono le due
‘ospitate’ di Bill Kirchen (chitarrista extraordinaire) in “In The Grooves” e
“When Love Goes Right”, travolgente rockabilly/blues la prima, romantica la
seconda, affascinante la ritmica sincopata pregna di umori sudisti di “Ten
Kinds Of Trouble”. Nella seconda parte gli highlights sono a mio parere, oltre
alla citata “Work Hard Love Harder” finemente cesellata con dobro e mandolino,
una “Carried” composta dalla cantautrice Jenee Halstead (con la stessa alle
armonie vocali) che ammalia per dolcezza e seduzione, “Field Of Stone” con le
ottime chitarre di Kevin Barry e il drumming di Marco Giovino (una sicurezza in
tutto l’album) e “Fade To Blue” con un altro grandissimo chitarrista, Duke
Levine. In chiusura una sorpresa, una inattesa versione di “Space Oddity” di
David Bowie, acustica e accorata, in perfetta linea con una seconda parte
riflessiva ed interiore. “The Hammer & The Heart” è pienamente la
fotografia di un’artista il cui percorso artistico ha portato a condividere
quello che potremmo tranquillamente definire ‘americana’ al proprio meglio,
parte rock e parte ineccepibili ed eleganti sfumature acustiche. Da conoscere.
Remo Ricaldone
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