Bob
Bradshaw è un cantante ed autore irlandese che ormai da tantissimi anni risiede
negli States e che ha assorbito perfettamente i suoni americani delle radici
tra country, folk, bluegrass e blues. Pur avendo scelto Boston come punto di
riferimento (con anni di frequenza alla storica Berklee College Of Music) i
suoi viaggi per tutta l’America ne hanno forgiato la personalità e gli hanno
permesso di trovare spunti per le sue canzoni, sempre con un’angolazione
personale e spesso con una profondità introspettiva non comune. “American
Echoes”, suo settimo sforzo discografico, è un po’ il riassunto del lungo
rapporto con il suo Paese di adozione, con i contrasti e con le peculiarità che
la vita ‘on the road’ regala ad un osservatore acuto come Bob Bradshaw. Dodici
canzoni in cui accanto alle ballate roots tipiche del nostro si aggiungono ad
arricchire un repertorio già originale sfumature inusuali rendendo la proposta
decisamente personale. Se “The Assumptions We Make” per esempio ci mostra il
suo lato più cantautorale ispirato a John Prine piuttosto che a John Hiatt,
“Workin’ On My Protest Song” colora con sagacia la melodia con arrangiamenti
che ricordano il Paul Simon (altra influenza basilare) di capolavori ‘world’
come “Graceland” mentre una ballata come “A Bird Never Flew On Just One Wing”,
tesa e ispirata, ‘vola’ tra l’Irlanda e Steve Earle con notevole impatto e
bellezza. “Weight Of The World” è grintosa e solida, elettrica e rock, inusuale
per le corde di Bob Bradshaw ma molto bella, “Material For The Blues” è invece
quel tipo di ballata in cui si trova perfettamente a proprio agio, melodia
consistente e l’aggiunta di un fiddle (nelle mani di Chad Manning) eccellente. Per
congedarsi Bob Bradshaw sceglie probabilmente le due canzoni più efficaci quasi
a riservare alla fine le emozioni più intense ed ecco una “O Brother” ballata
corposa ed asciutta, profonda e significativa, con le inflessioni tradizionali della
emozionante “Old Soldiers” dove la voce mi ha ricordato il compianto Greg
Trooper e dove fiddle e banjo impreziosiscono un finale che ‘chiude il cerchio’
sul percorso, ampio e variegato, di Bob Bradshaw.
Remo Ricaldone
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