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Mark Ripp & The Confessors - Under The Circumstances

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Mark Ripp è uno storyteller rock che ha mosso i suoi primi passi nelle tante coffehouses che animano la vita notturna di Toronto e ha alternato negli ultimi trentacinque anni circa la sua urgenza di autore e musicista con le esigenze di una famiglia, pubblicando una manciata di dischi a livello indipendente che hanno fissato la sua visione musicale. Tra influenze sixties e la passione per il roots rock americano di band come Long Ryders e Green On Red, Mark Ripp ha pian piano costruito un suono piacevole e solido, accompagnato dai Confessors che nella versione base contano sulla batteria e le percussioni di John Toffoli e le chitarre elettriche di Bob Hamlyn. “Under The Cicumstances” si snoda tra momenti ruvidamente bluesy ma con un’ aura rock decisa come in “Lose My Way” con la voce di Mark Ripp filtrata e sporca e la suggestiva e rilassata “Everything Is Made In China”, due opposti che rendono il disco sufficientemente vario e godibile. Nell’album spiccano comunque una manciata di canzoni che ricorderemo per genuinità e sincerità, melodie forti ed orgogliose che rendono merito a un artista di grande onestà, da “Hey Little Guy” che ricorda il Tom Petty vicino alle radici, con un eccellente break di armonica che rimandano ad album come “Wildflowers”, a “Gracefully”, altro momento in buon equilibrio tra acustico ed elettrico, da una “Wanna Go Home” che sfiora la country music con eleganza e classe alla ‘byrdsiana’ “Two Of A Kind”. E se “Twilight” unisce country music e rock’n’roll in modo brillante, “Side Of The Road” cavalca l’onda (alternative) rock tra Violent Femmes e Jonathan Richman mentre “Shitty Little Cavalier” manda a mente la lezione degli Stones e “I Don’t Know” chiude con una ballata veramente degna di nota. “Under The Circumstances” dimostra quanto, con relativamente pochi mezzi a disposizione, si possa assemblare un disco solido, compatto ed ispirato. Non siamo certo di fronte ad un lavoro stratosferico ma in questo caso l’onestà  e l’amore per il (roots) rock paga.
Remo Ricaldone

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