A
quattro anni dal precedente “That’s Just Me” ritorna uno dei nomi ai quali Lone
Star Time è più affezionato, Brandon Rhyder, cantante ed autore texano che da
più di quindici anni ci regala ballate e midtempo di grande efficacia ed
intensità. Proprio su queste atmosfere intimiste, accorate e pregnanti Brandon
ha costruito una carriera importante, interpretata sempre con il cuore in mano
e con una grande onestà intellettuale e questo suo nuovo lavoro, intitolato
significativamente “Brandon Rhyder” a segnare quasi un nuovo inizio o
quantomeno una decisa ripresa di un percorso interrotto per alcuni anni, dopo
una lunga riflessione sulla propria vita e i propri affetti, ci riporta all’attenzione
un eccellente ‘balladeer’. Questa ripresa ce lo consegna in eccellente forma,
senza perdere un briciolo di quel senso melodico che lo ha contraddistinto per
l’intera sua discografia, ancora con la figura di Walt Wilkins, grande nome
texano e grande amico a produrre, in compagnia di Ron Flynt. E’ un vero piacere
riascoltare Brandon in queste dieci canzoni, due cover e otto originali, sempre
magistralmente interpretate e arrangiate con estrema attenzione e sagacia.
“Evergreen” è la prima delle cover, un vero gioiellino acustico introdotto da
mandolino e fiddle in un contesto splendidamente ispirato, tra le migliori
melodie interpretate da Mr. Rhyder. In questi anni Brandon Rhyder ha stretto
un’importante amicizia e collaborazione con la cantautrice Lori McKenna, tra le
più belle voci della scena della East Coast e l’album si avvale di ottimi
frutti di questa partnership: “They Need Each Other” è scritta a quattro mani
dalla coppia e si candida come un’altra gemma del songbook del Nostro con una
melodia che subito conquista e mostra la sua forza ed intensità con un duetto
ottimo, “Shake” è un altro esempio della classe e del talento di Lori McKenna
in un brano dalle tonalità calde e colorate. “Let’s Blow Off Monday” è una
classica country ballad dalle leggere sfumature ‘south of the border’ che
vedrei perfettamente nella versione di George Strait o Alan Jackson, con pedal
steel e chitarra acustica praticamente perfette. “No Time For That” è romantica
e sinuosa, “The Huntin’ Song” mostra invece più grinta e un suono
‘southern’ godibile e pieno, chitarra
elettrica e pedal steel introducono invece un altro momento fondamentale
dell’album, una “I Hate This Town” densa di passione e coinvolgimento mentre
“Half The Time I’m Crazy” (ancora con lo zampino di Lori McKenna) gioca sul
doppio binario dell’ironia e dell’amore in maniera intelligente. A chiudere
l’album altre due belle composizioni di Brandon Rhyder, con “Good Morning
Sunrise” un gradino sopra la conclusione affidata ad una comunque buona ed
avvincente “C’mon Baby Hold On”. Disco solido e importante nella carriera di
Brandon Rhyder. Bentornato.
Remo Ricaldone
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