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Lisa Biales - The Beat Of My Heart

Pubblicato da Remo Ricaldone |



Lisa Biales, artista dell’Ohio nata e cresciuta in una famiglia musicale che l’ha portata ad amare tutti i suoni dell’ampio spettro roots americano, mostra con la sua ‘parabola’ quanto siano affini ed assimilabili i retaggi sonori ‘bianchi’ e ‘neri’, gli honky tonks e i juke joints, la country music e il folk da una parte, il blues, il soul ed il jazz dall’altra. Lisa ha cantato e suonato nelle chiese e ai matrimoni, ha fatto parte di bands country, alternative rock, folk e bluegrass per poi innamorarsi dei suoni della ‘black America’ del sud incidendo una manciata di dischi di assoluto valore e di notevole cuore ed anima. “The Beat Of My Heart” è in questo senso il perfetto veicolo per una vocalità fiera ed orgogliosa, forte di un repertorio di primissimo ordine e con il supporto di una ‘backup band’ fatta di veterani di mille sessions, un album estremamente godibile e raffinato. “Disgusted” apre il disco con un ‘groove’ irresistibile nella più classica tradizione blues con i fiati a sorreggere una melodia lineare che trascina, “What A Man” è southern soul al suo meglio come le grandi sue colleghe del passato e il pensiero va subito ad Aretha Franklin per citare un nome, subito seguito da un’altra gemma come “I Don’t Wanna Hear It”, in puro stile ‘sixties’. “Be My Husband” è frutto del genio compositivo di Nina Simone e qui assume le connotazioni di New Orleans vicine ai Neville Brothers, “Messin’ With The Blues” è sinuosa e ‘bluesy’ in una magnifica performance di Miss Biales, qui al top, “Said I Wasn’t Gonna Tell Nobody” ci porta invece nel più genuino gospel, trascinante e corale mentre deliziosamente jazz è “Crying Over You”, melodia e versione senza tempo. “Don’t Let Nobody Drag Your Spirit Down” è una delle canzoni più recenti dell’album, scritta da Eric Bibb e interpretata ancora una volta con una bravura decisamente sopra la media, grondante blues e gospel. La chiusura del disco è poi affidata a una cover riuscitissima di un brano della cantautrice folk Carrie Newcomer, qui riletta con spirito ‘black’ per adattarne la struttura al suono complessivo dell’album e “I Should Have Known Better” rifulge di luce propria, godibile e veramente ottima, mentre  con “Brotherly Love” della texana Brenda Burns ci si immerge in una ballata da ‘roadhouse bar’ pregnante e coinvolgente. Un album che è un rigenerante bagno nella più genuina anima ‘black’ americana. www.lisabiales.com.
Remo Ricaldone 

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