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Rick Shea - The Town Where I Live

Pubblicato da Remo Ricaldone |



Rick Shea è uno dei migliori nomi della scena californiana roots, tra country music, folk, rock’n’roll e profumi ‘mexican’, una delle voci che hanno caratterizzato una terra che assieme al Texas ha da sempre regalato forti emozioni e una visione originale e personale delle radici. Con personaggi come Dave Alvin, Tom Russell e il compianto Chris Gaffney, Rick rappresenta quanto di meglio il ‘Golden State’ ci abbia dato negli anni, grazie ad una voce calda e modulata e una scrittura limpida e pura. Rick Shea ha mosso i primi passi negli honky-tonks di San Bernardino e ha poi assimilato la lezione dei vari Woody Guthrie, Chuck Berry, Howlin’ Wolf e Curtis Mayfield, mostrando una passione ad ampio raggio nei confronti di tutto quello che la musica americana ha creato, presentando una country music sempre credibile e autentica. “The Town Where I Live” non smentisce tutto questo e anzi lo rimarca in modo veramente convincente attraverso dieci splendide canzoni supportate dai fidi The Losin’ End, ossia Stephen Patt a tastiere e fisarmonica, Dave Hall al basso e Steve Mugalian alla batteria, band in perfetta sintonia con le chitarre, la pedal steel, il mandolino ed il dobro del leader. Le iniziali “Goodbye Alberta” e “The Road To Jericho” inquadrano già alla perfezione il mood del disco, in gran parte occupato da midtempo e ballate notevolissime, cantate veramente con il cuore in mano, “The Starkville Blues” è un honky-tonk magistrale, molto texano come spirito mentre la title-track “The Town Where I Live” ha tutto il sapore, grazie anche all’uso della fisarmonica, delle ‘storie di confine’, struggenti e nostalgiche, romantiche e un po’ polverose. “Hold On Jack” è un cadenzato ‘rockin’ country’ sempre con la fisa in primo piano e le chitarre che sorreggono una bella melodia, “Trouble Like This” è una ballata ‘enorme’ interpretata con il piglio dei classici in uno dei momenti più alti del disco, “(You’re Gonna Miss Me) When I’m Gone” alza nuovamente i ritmi aggiungendo un pizzico di rock alla country music (o viceversa). Il trittico finale regala ancora emozioni con una “The Angel Mary And The Rounder Jim” ballata sontuosa che si muove tra country music e folk con echi western, la cover brillante di “Guess Things Happen That Way” di Jack Clement e una “Sweet Little Mama” pigro country blues che chiude un album da considerare tra i più godibili dell’anno nelle produzioni country.
Remo Ricaldone

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