“Darkest
Darks Lightest Lights” conferma in toto le qualità di Jake Smith, musicista
dell’Oregon ma cresciuto in California che sotto lo pseudonimo White Buffalo è
una delle realtà più trascinanti e vibranti della scena tra rock e radici a
stelle e strisce. Nella musica di Mr. Smith le colorazioni sono sempre intense
come dice il titolo, vissute emozionalmente con il cuore in mano e l’anima
attraversata da forti contrasti. Il rock ma anche la canzone d’autore e le
suggestioni country sono nelle mani di White Buffalo uno strumento malleabile
ed estremamente passionale, con interpretazioni di grande forza espressiva.
L’album, il sesto della serie a distanza di due anni dal precedente “Love And
The Death Of Damnation” segue una linea ben precisa tracciata in equilibrio tra
atmosfere elettriche e rock ma con la presenza delle sue classiche ballate a
smorzare una selezione sempre dannatamente piacevole. Le carte giocate sono
sempre all’insegna delle emozioni forti, con quel pizzico di ironia che è una
delle caratteristiche basilari di come si dovrebbero affrontare le sfide della
vita, profondendo in ogni canzone tutto il vigore e la grinta possibile. Con
una voce a metà strada tra Eddie Vedder e certo Bruce Springsteen, Jake Smith
convince ancora con una selezione che parte subito a mille con la splendida
“Hide And Seek” con a ruota uno dei primi singoli, la travolgente “Avalon” e
poi l’iniezione di blues di “Robbery” per poi cullarci con la suadente “The
Observatory”, ballata sontuosa che assieme a “If I Lost My Eyes” e “I Am The
Moon” forma un trittico a cui è difficile resistere a meno che si abbia il
cuore di pietra. Quella di White Buffalo è l’America delle ‘back roads’, di
quelle strade polverose e fuori mano dove è scritta la storia più genuina, dove
i personaggi lottano per sopravvivere e cercare un sogno molto, troppo spesso
aleatorio. La romantica America di cui ci parla in queste canzoni è quella che
abbiamo amato attraverso la letteratura e
il cinema (spesso quello indipendente), mostrandoci il suo volto più
vero e mai banale. Canzoni come “Border Town – Bury Me In Baja”, “Nighstalker
Blues” e “Madam’s Soft Madam’s Sweet” sono decisamente sopra la media, offerte
con quel piglio convincente e potente che per Jake Smith ormai è un marchio di
fabbrica consolidato. Disco caldamente consigliato.
Remo Ricaldone
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