Anima
rock e attitudine cantautorale, Barney Bentall ha contribuito a nobilitare il
panorama musicale canadese con la sua notevole personalità e una passione che
lo ha visto esplorare suoni diversi con la stessa grande qualità. Il musicista
di Toronto, ora nella sua piena maturità artistica, ha guidato per buona parte
degli anni novanta una rock band, i Legendary Hearts, per poi trasferirsi nel
British Columbia e dare spazio alla sua passione per la vita all’aria aperta in
un ranch ad allevare bestiame. Il richiamo della musica comunque lo ha
riportato ad incidere affidandosi ad una delle storiche label canadesi, la True
North Records, avvicinandosi maggiormente alle radici con un suono più vicino a
country e folk ma non cancellando i suoi amori ‘giovanili’. Dal 2006 in avanti
Barney Bentall ha proposto lavori di eccellente fattura, spesso accompagnandosi
a due singer-songwriters di vaglia come Shari Ulrich e Tom Taylor con cui ha
inciso un paio di album. “The Drifter & The Preacher” è il disco della età
adulta e dell’equilibrio tra i suoni che ne hanno costruito la personalità, una
raccolta di storie affascinanti che lo confermano prosecutore della
straordinaria scuola cantautorale canadese, al pari e a fianco di gente come
Ian Tyson, Murray McLauchlan, Blue Rodeo e perché no avvicinandosi talvolta
alla poesia e alla prosa di grandi come John Prine e Jackson Browne. Arrangiamenti
attraenti dove strumenti acustici ed elettrici si amalgamano perfettamente, echi
della Band che spesso emergono dalle tracce, tenui interventi fiatistici che si
intrecciano con il fiddle di Kendel Carson, melodie sempre evocative e vivide,
queste sono i principali aspetti positivi di queste session. “The Miner” apre
il disco e si configura come il manifesto programmatico di Barney Bentall con
una melodia magnifica e la forza descrittiva degna delle cose migliori del
conterraneo Robbie Robertson con la Band. Un ritratto orgoglioso e nitido del
nativo Canada. “In The Morning” è poesia pura con la pedal steel di Scott Smith
e i controcanti femminili veramente deliziosi, “The Preacher” è dedicata alla
figura del padre di Barney, cadenzata tra country e folk con il banjo di Dave
Barber a caratterizzare la melodia, “Don’t Wait For Me Marie” gioca
sull’accoppiata iniziale tra dobro e fiddle per poi sciogliersi in una canzone
dal sapore tradizionale ma dai contorni solidi e forti, uno degli ‘highlights’
dell’album. Tra le pieghe di una raccolta di estremo fascino troviamo altri
piccoli gioiellini come “Say Goodbye To Albert Comfort”, ballata fascinosa dove
si fondono alla perfezione elementi country e folk grazie all’acume e
all’intelligenza di Barney Bentall qui in stato di grazia, “On The Shores Of
Grise Fjord” è un altro momento da ricordare per intensità e per dolcezza, una
carezza che assieme a “Moon At The Door” e a “The Drifter” contribuisce a
rendere questo disco una bella e fresca sorpresa.
Remo Ricaldone
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