Mary
Gauthier è una delle autrici che meglio sanno raccontare i mille contrasti
della società americana attraverso una scrittura sempre lucida e dal notevole afflato
poetico, attenta a fissare nelle sue canzoni emozioni e peso narrativo. Solo
personaggi come Rosanne Cash, Kate Campbell, Iris DeMent e Lucinda Williams,
per restare in ambito femminile, hanno saputo farsi portavoce come la Gauthier
di un’America sensibile alle tematiche di uguaglianza e di fratellanza,
pilastri della Costituzione americana troppo spesso ignorati. “Rifles And
Rosary Beads” segna una pagina importante nella carriera della musicista di New
Orleans, Louisiana ed è un disco intenso e commovente nel cercare di
metabolizzare i tanti traumi della guerra nel fisico e nella mente dei
protagonisti. Le canzoni che formano l’album sono in gran parte legate dal
doppio filo dell’esperienza dei veterani e dei loro parenti, scritte dalla Gauthier
con loro condividendo sofferenza e speranza, amore e morte. Un disco poetico
che si apre con la testimonianza di un sopravvissuto alla guerra che si porta a
casa tutte le ferite (fisiche e psicologiche) che ancora lo rendono fragile e
inerme, una “Soldiering On” lancinante e pregevole. “Got Your Six”, la
splendida “The War After The War”, il fortissimo senso di colpa dei
sopravvissuti per aver perso amici fraterni in “Still On The Ride” e ancora
“Bullet Holes In The Sky”, “Brothers”, la title track in cui si intrecciano
‘Fucili e Grani di Rosario”, le dipendenze che caratterizzano e scandiscono la
vita dei veterani in “Morphine 1-2”, “Iraq” e “Stronger Together” sono i
capitoli di una storia drammatica che accomuna i reduci delle tante (troppe)
guerre americane. Un messaggio universale che Mary Gauthier sa trasmettere con
efficacia e grande, grandissima forza espressiva.
Remo Ricaldone
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