Una
vita vagabonda quella che ha caratterizzato il percorso umano e musicale di
Charley Crockett, texano di San Benito (dove nacque anche la leggenda ‘tejana’
Freddy Fender), cresciuto da una madre single e ben presto attratto dalla vita
nomade che lo ha portato in tutti gli angoli d’America, dalle strade di New
Orleans alla metropolitana di New York, dal Lone Star State al sole
californiano, proponendo un incredibile mix di country music, soul, blues e
folk e traendo ispirazione da Van Morrison, Sam Cooke, Charley Pride, Hank
Williams e Ted Hawkins. Il ritorno a casa in Texas ha coinciso con l’inizio
della sua carriera discografica con il debutto nel 2015 di “A Stolen Jewel”, un
secondo album (“In The Night”, 2016) che gli ha aperto molte porte e il riconoscimento
per l’intelligente unione di suoni ‘bianchi’ e ‘neri’, un’attività live
finalmente regolare e apprezzata da un sempre maggior pubblico (e dividendo il
palco sia con musicisti blues che con artisti country) e ora questo “Lonesome As
A Shadow” a suggellare un suono sempre in bilico tra honky-tonk, delta blues,
gospel e profumi sudisti. “I Wanna Cry” che apre il disco, “Lil’ Girl’s Name”,
la significativa “Goin’ Back To Texas” e
“Help Me Georgia” possono essere considerati i momenti più intensi ed
intriganti di una raccolta di brani che denota passione e stuzzicante gusto
‘old fashioned’, consegnandoci un personaggio tra i più originali degli ultimi
tempi. E, per la cronaca, questa primavera sarà spesso sul palco con i nostri
beniamini Turnpike Troubadours. Un ulteriore punto a suo favore.
Remo Ricaldone
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