Quale
migliore occasione per ‘rileggere’ il songbook della newyorchese Annie Keating
è “All The Best”, raccolta che focalizza tutta la bravura di una delle migliori
autrici e cantanti dell’attuale panorama alt-country e americana. Quattordici
brani tratti dalla decina di album pubblicati durante una carriera che l’ha
vista imporsi per grande intensità emotiva e quei tratti musicali che l’hanno
accostata ai grandi del genere, Lucinda Williams su tutti ma naturalmente con
la sensibilità di Bob Dylan e John Prine. Storie dal taglio roots che però
contengono uno spirito rock espresso se non chiaramente attraverso un suono
elettro-acustico di grande presa, in un esemplare feeling dove vengono ripresi
temi autobiografici ed universali con grande senso melodico. Sarebbero da
citare tutti i brani, tale è stato l’acume nel compilare questo disco, dall’introduttiva
“Ghost Of The Untraveled Road”, splendida ‘road song’, alla coinvolgente
“Belmont”, dalla delizia folk di “Forever Loved” all’affascinante “Coney
Island”, poetico atto d’amore nei confronti della sua città natale. “In The
Valley” è emozionante per scrittura e performance, “Storm Warning” è grintosa e
decisamente (roots)rock, “Water Tower View” espressiva ed incisiva, “Kindness
Of Strangers” struggente nel raccontare gli incontri durante i tanti tour, “You
Bring The Sun” cristallina ed ispirata. Ciliegina sulla torta, godibile e
significativa è la cover di “All The Best” di John Prine, ispirazione e punto
di riferimento di una canzone d’autore intelligente e sagace che Annie Keating
ha saputo riprendere con grande, grandissima bravura.
Remo Ricaldone
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