Jim Patton e Sherry Brokus animano da molti lustri le notti di Austin, Texas con la loro calda e genuina versione della tradizione country/folk che nel Lone Star State continua ad essere viva e vegeta. Da qualche anno non si facevano vivi, da quell’ottimo “The Great Unknown” che nel 2013 aveva affascinato i critici e il pubblico che li segue fedelmente nei clubs della capitale texana. “The Hard Part Of Flying” si affida alla produzione di Rob Flynt e la scelta è scontata visti i legami di amicizia che lega Patton & Brokus al polistrumentista e producer. Logica come l’affidarsi ad una serie di nomi che rappresentano la Austin più acustica e tradizionale, dalla country music al folk: Rich Brotherton e Marvin Dykhuis sono due chitarristi sopraffini la cui classe e gusto con cui affrontano ogni session li ha resi tra i più ricercati da quelle parti, Warren Hood è un fiddler con i fiocchi, Mary Cutrufello e ‘Scrappy’ Jud Newcomb con le loro apparizioni regalano ancora più interesse a queste canzoni, prettamente acustiche e ricche, ricchissime di sincero coinvolgimento. Tutto il materiale è originale e fondamentale è il coinvolgimento compositivo di un altro eccellente nome del Texas più cantautorale, Jeff Talmadge, così come il maggior ruolo vocale di Sherry Brokus con tonalità che mostrano sempre più esperienza e consapevolezza è un altro tassello nella riuscita dell’album. “My Hometown’s Not My Hometown Anymore”, “Learning To Fall”, “Drunk In Baltimore” duetto gustosamente pervaso da una country music genuina e vera, “She Doesn’t Love Him Anymore” deliziosamente ‘old fashioned’ tanto da ricordare le classiche ballate country che raccontano di amori senza speranza, “Doin’ Time” dalle tonalità folk e poi ancora “Down At The Anchor Inn” vicina al rock ma sempre rigorosamente ‘unplugged’ e la ciliegina sulla torta di “Still Got A Little Wild In Me” fresca e rigenerante sono i momenti più rimarchevoli di un disco sincero quanto i due protagonisti.
Remo Ricaldone

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