Chris
Thomas, musicista inglese del Devon, è uno dei tanti musicisti attratti dalla
musica americana, affascinato dalle sue aperture armoniche e da quello spirito
libero peculiarità dei suoni legati alle radici. Inevitabilmente l’approccio è
filtrato attraverso la lente di ingrandimento e la sensibilità di chi vive al
di qua dell’Atlantico, con tutto il bagaglio e l’eredità artistica di chi prima
di lui ha intrapreso queste strade. Il percorso che ha portato all’esordio
intitolato “Bound To The Ocean” ha incrociato pop e rock ma anche country e
canzone d’autore, arricchendosi via via di esperienze che ora vengono
evidenziate in questo album fresco e rivitalizzante, spesso pregno di sonorità
che rimandano all’estate e a melodie subito facilmente memorizzabili. “Whenever
I Sing Georgia” traccia la via con inflessioni che ricordano il Jimmy Buffett
più legato a radici country e riprendono citazioni autobiografiche e familiari
che in gran parte del disco rendono la selezione accorata e intima. Spesso come
nella tenue “If Not You” ci si avvicina ad una canzone d’autore intelligente ed
ispirata salvo ‘riattaccare la spina’ e rinvigorire il sound come in “Don’t
Follow Me”, non spingendosi però oltre i confini di un (soft) rock un po’
‘seventies’. Tra armonie vocali che sanno di California come nella limpida “So
Long, Travelling Away”, reminiscenze beatlesiane e nostalgie ‘folkie’, il disco
scorre con estrema naturalezza, regalando piccoli sprazzi di poesia come la
pianistica “Listen To Me” in cui la voce rimanda a Don Henley, “Sun Kiss”
capolavoro di equilibrio e di sentimenti pop, “Gwendolyn Rose” che grazie al
bel banjo si avvicina a sonorità country e la swingante forza di “Heart Is
Broke” con tutta la sua lucentezza acustica. “Bound To The Ocean” rivela ottime
doti interpretative e compositive di un artista che ha trovato la giusta strada
per esprimere i molti riferimenti musicali a cui si è avvicinato negli anni.
Remo Ricaldone
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