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The Circus In Flames - Outside America

Pubblicato da Remo Ricaldone |


Dietro all’affascinante progetto The Circus In Flames c’è la figura di Doug Andrew, canadese, veterano dalle mille esperienze nei più diversi campi musicali, dal folk al blues, dal country al gospel al rhythm and blues, una sorta di vera antologia della musica americana delle radici. Dietro alla sua voce, alle sue chitarre e alla sua armonica ci sono gli strumenti a corda di Brian Barr, la batteria di Ed Goodine, il contrabbasso di Bernie Addington ed il banjitar (sorta di ibrido tra chitarra e banjo) di Brian Thalker, un combo vitale, propositivo e vigoroso che da’ vita ad un album, intitolato significativamente “Outside America”, in cui l’amore sconfinato per i suoni delle radici viene declinato con in mente ovviamente la Band di Robbie Robertson ma anche il nostalgico e passionale suono ‘old fashioned’ di un Pokey LaFarge. Con tonalità a volte ‘dark’, a volte spigliatamente ‘old time’, Doug Andrew e soci si confrontano con suoni che sembrano parte del loro dna, pur essendo nati a molte, molte miglia dai luoghi di origine dei generi citati. Tutto il materiale proposto è rigorosamente originale, interpretato con quella verve e quel talento che Mr. Andrew ha costruito nel corso di almeno tre decadi, spesso condividendo progetti con grandi della musica americana come per esempio il bel tributo a Ian Tyson in cui apparivano gente come Chris Hillman e i conterranei Gordon Lightfoot e Blue Rodeo. Dalle tonalità seppiate ricche di fascino antico ma anche di effervescente contemporaneità spiccano brani come “Wake Up In The River”, la lunga e per certi versi ‘dylaniana’ “The Magic Kiss”, “Come Out Marissa”, “Wicked Tongue” torrido soul sudista, “Closer To Montgomery” che si avvicina con il suo passo cadenzato e sicuro al classico suono della Band, “Don’t Believe I’m The Same Man” tra ironia e (acoustic) rock e “Frozen Morning” che ci lascia con il gusto dolce e nostalgico di una ballata che ho subito accostato ai vecchi dischi di Dillard & Clark. “Outside America” è, nonostante il titolo, un bel viaggio nel cuore degli States, un viaggio che si arricchisce ad ogni ascolto di particolari e cresce esponenzialmente in piacevolezza.
Remo Ricaldone

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