Da
anni Georg Altziebler e la sua partner Heike Binder vivono nel deserto
californiano di Joshua Tree, divenuto una sorta di ‘buen retiro’ per artisti e
musicisti, un po’ come fu Laurel Canyon tra gli anni sessanta e settanta.
Il debutto discografico della coppia
austriaca in terra americana con il curioso nome di Son Of The Velvet Rat fu
nel 2017 grazie ad un album prodotto niente meno che da Joe Henry intitolato
“Dorado” in cui appariva anche Victoria Williams, una delle voci della scena
alt-country attratta dal fascino del Mojave. I suoni sono riconducibili ad una
sorta di incrocio tra un folk con tinte ‘noir’e tentazioni rock, come se si
incontrassero i Green On Red e i Velvet Undergound in un territorio del cuore
profondamente influenzato dai colori, dai silenzi e dall’asprezza dei deserti
del sudovest americano. A seguire quell’esordio ci fu un lungo tour
promozionale che portò i Son Of The Velvet Rat tra Europa e States e questo
“The Late Show” documenta alcuni momenti significativi riprendendo canzoni di “Dorado” e da alcuni progetti precedenti, con l’aggiunta di una nuova
composizione, “Another Glass Of Champagne”, tagliente ed elettrica, che
conferma il prolifico momento di forma della band. Tra la movimentata “Surfer
Joe”, coinvolgente e trascinante, e “Moment Of Fame” che non nasconde influenze
‘dylaniane’, c’è tutto l’immaginario legato alla più profonda provincia
americana, quella dimenticata dalle cronache ma che riveste un’importanza
basilare per il suo substrato umano e per le reminiscenze cinematografiche. Il
folk-rock orgoglioso di “Lovesong No.9” con ancora nel cuore Bob Dylan, la
secca e solida “Friends With God”, rock di notevole forza espressiva, “Sweet
Angela” sofferta ed emozionale e la chiusura di “Carry On” fanno di questo
disco un ulteriore punto a favore per i Son Of The Velvet Rat, bella realtà della
scena indie americana, pur con le loro origini europee.
Remo Ricaldone
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