Sono
ben venti gli album incisi da Eliza Gilkyson, californiana ma residente da
parecchi anni ad Austin, Texas, una carriera sempre più improntata verso una
canzone d’autore in cui gli elementi country e folk sono stati inseriti in un
percorso introspettivo e fortemente poetico, ricco di suggestioni e di
riferimenti letterari. Il profondo senso della famiglia dove Eliza è cresciuta
attorniata da musicisti (il padre Terry un leggendario songwriter, il fratello
Tony tra i fondatori dei Lone Justice, roots-rock band di Los Angeles) , il suo
rifiuto per ogni tipo di dogma religioso o politico, la sua sempre presente
ispirazione poetica, sono queste le coordinate sulle quali è cresciuta e sulle
quali ha basato la sua carriera artistica ed il suo percorso umano. “Secularia”
è un insieme di poesie musicate con estrema bravura, prodotte dal figlio Cisco
Ryder a cui è affidato il compito di confezionare il più efficace ‘abito’ possibile.
Il risultato è ancora una volta degno di nota anche grazie al coinvolgimento di
nomi importanti della scena musicale di Austin, da Warren Hood, efficace e
profondo nei suoi interventi al fiddle, a Mike Hardwick, chitarrista talentuoso
che all’elettrica gioca sulle note più intime per rendere ulteriormente
pregnanti le melodie di Eliza Gilkyson. Piccoli/grandi cammeo si susseguono in
queste canzoni, regalandoci emozioni intense come quando il mai troppo
compianto Jimmy LaFave, in una delle sue ultime sessions, si unisce ad Eliza
per una coinvolgente rilettura del traditional “Down By The Riverside”, oppure
l’amica Shawn Colvin dona armonie vocali da sogno ad una accorata
“Conservation”. Molti amici passano dagli Studi 45 di Austin per un contributo,
da Chris Gage a Michael Hearne, da Betty Soo alla mandolinista Kym Warner, in
punta di piedi ma lasciando una traccia importante in un disco in cui la
spiritualità è vissuta in maniera intima e sincera, dalla magnifica “In The
Land Of The Lord” in cui si punta il dito contro l’odio profuso in nome delle
religioni, passando per “Solitary Singer”, “Lifelines” (con una eccellente
pedal steel nelle mani di Mike Hardwick), “Dreamtime”, “Through The Looking
Glass” e “Sanctuary”, canzoni che rubano il cuore e mostrano, senza filtri,
orpelli o artifizi, l’essenza vera di una grande artista.
Remo Ricaldone
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