Dalla
più tenera età Jay Pinto ha subito il fascino della musica, avvicinandosi via
via ad una canzone d’autore che prende spunto sia dal folk ma anche da melodie
più pop, nel senso più nobile del termine. Originario di Boston, Massachussetts,
Jay si è presto trasferito sulla West Coast, facendo base prima a Sacramento e
poi a Los Angeles e a San Francisco. E’ però a Seattle che ha trovato l’atmosfera
giusta e una scena musicale accogliente e propositiva, incontrando Tom Kennedy
per formare un duo chiamato Bananafish con cui ha inciso quattro dischi e
condiviso il palco con Shawn Colvin e Ani DiFranco tra gli altri. Conclusa l’esperienza
in duo Jay Pinto si è concentrato sulla produzione solista e al suo attivo ci
sono un primo ep intitolato semplicemente “9 Song Demo” e alcuni anni dopo
(siamo nel 2012) un album a ‘lunga durata’ che ha chiamato “Blink”, con alcune
sue canzoni che nel frattempo venivano inserite in serie tv di successo come “I
Sopranos” per fare un esempio. Questo disco omonimo è però quello che, nelle
intenzioni del protagonista, si spera possa fargli fare il salto verso una
maggiore notorietà internazionale, seppur sempre in ambito indipendente. Sono
nove le canzoni che fanno dell’album un lavoro di buona profondità poetica, di
melodie orecchiabili e di arrangiamenti freschi e gustosi improntati ad un
suono acustico tra folk e pop. Voce interessante, buon ‘pickin’’ e un senso
melodico intimista e aggraziato sono le peculiarità di una bella realtà del
cantautorato americano, con canzoni come “Stray”, “Through The Eyes Of A
Fisherman” e “Paradise” che introducono il lavoro nella maniera migliore, e con
brani da ricordare come “From Pineapple Avenue To Marginal Way”, “Change Of
Heart” e “Push” che rafforzano la convinzione di trovarci di fronte un artista
che può dare molto alla scena folk(pop) d’oltreoceano.
Remo Ricaldone
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