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Danny Schmidt - Standard Deviation

Pubblicato da Remo Ricaldone |


Dopo la fruttuosa parentesi con una delle migliori label indipendenti che danno spazio alla canzone d’autore, la Red House Records che ha tra i suoi artisti di punta Greg Brown e John Gorka, torna nuovamente Danny Schmidt con un’ulteriore conferma della sua duttilità, del suo peso poetico e della sua ispirata vena melodica. “Standard Deviation” è un disco che segna un momento particolarmente felice nella vita del cantautore che ha base ad Austin, Texas, fresco padre e la cui partnership con Carrie Elkin è sempre più profonda e stimolante. Danny Schmidt è quello che si potrebbe definire un ‘musician’s musician’, tale è la considerazione ed il rispetto che i suoi colleghi nutrono per lui, mentre sempre più ampio è l’apprezzamento da parte della critica e del pubblico che segue la scena tra folk e country. Se in concerto Danny Schmidt predilige la forma scarna chitarra/voce, senza ulteriori aggiunte, su disco si affida (in questo caso grazie al produttore Will Robertson) ad un suono arricchito da voci femminili e da inserimenti strumentali che esaltano e sottolineano con efficacia i momenti dell’album, le sue canzoni, le sue emozioni. In queste session gioca un ruolo fondamentale Fats Kaplin, esperto sideman e magistrale a pedal steel, violino, viola, banjo e mandolino, capace sempre di ‘spostare’ il suono verso le radici, bilanciando le tonalità più ‘dark’ cha talvolta si avvicinano alla poetica di Leonard Cohen per esempio. In questo senso la pedal steel dell’introduttiva “Just Wait Til They See You”, già di per se gioiello senza tempo, è esplicativa. Sul versante roots segnalerei comunque una magnifica “Newport ‘65” in cui si evoca un’epoca irripetibile con grazia, garbo e grande amore, citando “The Times They Are-a Changin’”, una “Agents Of Change” che profuma di country music e che danza leggiadra su una melodia deliziosa, “Last Man Standing” che invece vira verso il blues mantenendo tutta la personalità di cui Danny Schmidt è in possesso e le arie appalachiane di “The Longest Way” in cui aleggiano i fantasmi della Carter Family. La title-track “Standard Deviation”, “We Need A Better Word”, “Words Are Hooks” e “Bones Of Emotion” completano con il loro carico di liricità, con il gusto dei dettagli, con la grande passione infusa un disco che conferma la statura ed il talento di uno dei troubadour più significativi della scena attuale.
Remo Ricaldone

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