Nato
e cresciuto in Texas, Ranzel X Kendrick, prima di rientrare a casa per incidere
quella che è una interessante trilogia musicale iniziata nel 2017 con “Texas
Paintbrush” e che si concluderà quest’anno con la pubblicazione di “Texas
Cactus”, ha viaggiato in lungo ed in largo per gli States, accumulando
esperienze ed incontri. “Texas Sagebrush” è il disco ‘di mezzo’, una session
informale ed amichevole, rilassata come una serata tra amici, acustica e vicina
allo spirito della canzone d’autore texana tra country e folk. Una manciata di
canzoni che accarezzano, suonate con grande trasporto, con gli originali che si
elevano a migliori in una selezione in cui bastano pochi accordi, una
strumentazione scarna, per conquistare chi ama i cantautori americani. Non
particolarmente memorabile la classica “Unchained Melody” dei Righteous
Brothers mentre “Lonely People” degli America in cui il nostro duetta con la
voce suadente di Rebecca White risulta azzeccata per approccio e taglio
acustico. Tra gli originali da citare sono senz’altro l’iniziale “Any Ole’
Song”, “Cry In My Tequila X”, ispirata ‘drinkin’ song’ dalle venature latine, lo
strumentale “Hills Of Kendralia” con la sua linea melodica cristallina e pura,
“Gruene River” tra le ballate più lucide del disco, così come la seguente
“Private Miracle” in cui spiccano ancora gli intreci chitarristici con il bravo
Keith Davis, la più country “Trouble & Pain”, incisiva e profondamente
poetica e “The Fair Grass”, ballata soffice e suadente che chiude l’album nella
maniera migliore. Ranzel X Kendrick sa come intrattenere, lo fa con estremo
gusto e capacità in una serie di bozzetti colorati a pastello che regaleranno
momenti di serenità a chi apprezza folk & country.
Remo Ricaldone
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