Luke
e Will Mallett sono I figli di David Mallett, eccellente cantautore che ha
segnato con il suo talento stagioni ispirate e ricche, all’insegna di un
country-folk le cui storie e personaggi sono state la colonna sonora di
un’America di provincia nostalgica, accorata e piena di umanità. Era naturale
quindi che i ‘ragazzi’ intraprendessero una loro strada al tempo stesso
fortemente legata alle proprie radici e alla propria terra (il Maine, con le
sue foreste e le sue straordinarie coste) e proiettata verso suoni e tentazioni
rock, mostrando attitudini pari alle migliori band del genere. L’unione di
country, folk e rock’n’roll è caratteristica peculiare della Mallett Brothers Band la cui
discografia, ormai discretamente ampia (sono sette gli album incisi finora), ha
rivelato spesso ottimi picchi qualitativi. Seguiti da una ‘fan base’ fedele ed
agguerrita che però non ha permesso loro di sfondare (ancora) a livello
nazionale, la Mallett Brothers Band ha dalla sua un live show di impatto e di
affascinante varietà sonora di cui questo “Live In Portland Maine” è chiaro
esempio. Inciso nel calore e con l’affetto di casa, il disco evidenzia tutta la
dinamicità, l’irruenza ma anche le finezze di un gruppo che merita molta più
attenzione di quella riservata loro finora, almeno qui da noi. Sul palco della
Port City Music Hall di Portland nella serata di fine dicembre 2017 scorrono le
vigorose ballate pregne di folk, il travolgente rock’n’roll in cui non mancano
mai le ‘citazioni’ roots, l’accorato approccio dei ‘fratelloni’ coadiuvati
dalla chitarra elettrica e dal dobro di Wally, dal fiddle e dal mandolino di
Andrew Martelle e da una sezione ritmica solidissima formata da Nick Leen al
basso e Chuck Gagne alla batteria. Una band che va a mille, una band che suona
sempre ispiratissima facendo scorrere alcune delle perle della loro collezione,
da “Too Much Trouble” a “The Falling Of The Pine”, da “Don’t Let The Bastards
Get You Down” fino a “Ling Black Braid”, la sudatissima “Rocking Chair” e “Walk
Down The River” tra le altre. E, in chiusura, il tributo ad una band amata e
rispettata come i Creedence Clearwater Revival con la bella ripresa di
“Fortunate Son” in un tripudio di chitarre e di amore per il più genuino
rock’n’roll. Consigliato caldamente!
Remo Ricaldone
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