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Collins arriva direttamente dalle cosiddette ‘Twin Cities’, Minneapolis e St. Paul,
Minnesota e il suo è un godibilissimo incrocio tra country, rock e pop che
sembra portarci indietro agli anni sessanta con una freschezza assolutamente
non scontata. Un suono senza tempo che regala dieci canzoni che si sorseggiano
fresche e corroboranti in un disco, “Good Sad News”, che già dalla copertina
evoca album di molte decadi fa. I Receptionists, la band che lo supporta con coesione
e classe, vedono il basso di Charlie Varley, la batteria di Billy Dankert e tre
ospiti d’onore come Dan Newton alla fisarmonica, Jeff Victor al piano e Joe
Savage alla pedal steel che qua e la arricchiscono un sound già di per se
brillante e molto, molto orecchiabile. Echi beatlesiani, la country music
sempre nel cuore, il romanticismo di Roy Orbison (specialmente nella bella
“Please Don’t Make Me Leave You”, quasi una outtake del grande cantante),
l’americana assimilabile a certe cose dei Long Ryders (per esempio nella
mirabile “Crush On You” con scintillanti chitarre elettriche vicine al ‘jingle
jangle sound’ dei Byrds), una voce sicura e adatta al materiale proposto,
queste sono le peculiarità di un disco suonato con convinzione e spontaneità. “I
Saw You Dancin’”, “Little House (Built For Two)”, “Halfway Thru” (con un ‘train
time’ contagioso), il romanticismo ‘mexican’ di “Hey Mary” con la fisa di Dan
Newton, la trascinante “Two Days Of Rain” ancora ‘in odore’ di Long Ryders e la
corposa “Top Of The Watertower” rendono questo “Good Sad News” un lavoro
scorrevole, appagante e immediato. Perfetto per la prossima estate…e non solo.
Remo Ricaldone
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