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Greg Felden - Made Of Strings

Pubblicato da Remo Ricaldone |


Nato ad Eugene, Oregon e residente da anni a Los Angeles, Greg Felden è un altro di quei musicisti che debuttano dopo una gavetta di discreta durata, passata sui palchi dei vari clubs della metropoli californiana. Cresciuto con nelle orecchie country music e folk, Greg ha sempre amato i suoni ‘alternativi’, ampliando via via il suo sound in un insieme dove convivono radici e rock’n’roll, soffici ballate folk e tonalità pop, costruendo una sensibilità melodica di estrema efficacia e risultando sempre godibile e vario. “Made Of Strings” è un esordio che ha già ‘in nuce’ una maturità espressiva notevolissima, una produzione cristallina e una serie di brani che entrano subito nel cuore per rimanervi a lungo. Una raccolta dinamica e profondamente sincera il cui filo conduttore è stato il rapporto con l’amata Samantha Morris, la partner che ha lottato per lungo tempo contro il cancro e che è stata ispirazione e riferimento per Greg Felden. Voce nitida e brillante, buon pickin’ chitarristico, Greg Felden evidenzia subito tutto questo nell’iniziale “Every Time”, avvolta in un’aura di sensazioni pop che inevitabilmente rimandano alla west coast. Più roots ma dallo spirito ugualmente californiano è la seguente “When The Change Comes”, godibilissima, mentre “A Man Like Me” esplora territori più folk, con grande naturalezza. “Take You Back Home” è ballata accorata e suggestiva, carica di nostalgia e tra le migliori del disco, ricordando molto le atmosfere dei Jayhawks di Gary Louris, “Bad Guy” mostra ancora grande talento compositivo, tra folk e rock, “Tell Me What’s Broken”, volendo fare paragoni, mi ricorda alcune cose dei Green On Red con le sue chitarre elettriche incisive e l’organo a rafforzare la melodia. La title-track “Made Of Strings” risulta essere un altro gioiellino acustico, vicino alla country music più autentica, “Better This Way” ha un inizio quasi ‘beachboysiano’ e riprende certe loro atmosfere, virando comunque verso un ‘americana’ veramente interessante, mentre le conclusive “Incoming” e “Ghosts” ‘giocano’ ancora con le emozioni più vere, acustiche, da pure folk ballads, risultando sempre molto coinvolgenti. Canzoni quelle di “Made Of Strings” che ci accompagneranno a lungo nei mesi a venire.
Remo Ricaldone

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