Il
suo spirito ‘nomade’ l’ha portata a viaggiare continuamente tra Stati Uniti ed
Europa inseguendo sogni personali ed artistici che si sono materializzati
attraverso tre dischi che ne rappresentano l’essenza più intima e vera, canzoni
nelle quali Meghan Hayes mette tutta la sua sensibilità ed il suo talento. “Seen
Enough Leavers” è il risultato, agrodolce,
tra dolore e speranza, della sua attuale situazione privata, inciso ad
East Nashville dove risiede in questo periodo. Un disco questo tra country
music, ballate dal sapore folk e inflessioni pop-rock con brani che
musicalmente richiamano Emmylou Harris e Lucinda Williams per peso letterario e
nitido senso melodico, con tutto il suo bagaglio di sofferenza, di forza
interiore e, perché no, di ottimismo. “Seen Enough Leavers” è un lavoro vario e
piacevole all’ascolto, con interpretazioni sempre intense ed una produzione che
fa risaltare perfettamente gli stati d’animo di un’autrice intelligente e
propensa a mettere tutta se stessa in ogni momento. Dex Green siede alla
consolle di queste session alle quali presta il suo basso, alcune tastiere e
capacità ottime, con le chitarre di Audley Freed tra le cose più intriganti e
le ‘ospitate’ del songwriter Mando Saenz e del fisarmonicista Derry DeBorja ad
impreziosire ulteriormente le canzoni. “Georgette” è la ballata che apre il
disco e fissa le coordinate dei suoni che permeano l’album, una canzone cantata
con grande trasporto e una melodia che si apre con forza ed energia. L’altro
lato, quello più pop ma sempre vigoroso, è rappresentato dalla title-track
“Seen Enough Leavers” che però fa trasparire anche sensazioni ‘folkie’ che a me
personalmente ricordano certe cose dei Clannad e dei Capercaillie nella loro
versione più ‘contemporanea’. “This
Summer’s Sleeper” mi riporta alla mente la poetica di Lucinda Williams in un
‘midtempo’ vincente e limpido, “Burley” si avvale della pedal steel di Thayer
Sarrano che rende ancora più intensa l’atmosfera di un’altra piccola perla del
disco, “Cora” è più pianistica e raccoglie tutte le sfumature delle migliori
‘southern ballads’ con echi country e soul in un’altra eccellente
interpretazione. Da citare ancora in un percorso sonoro maturo e adulto,
canzoni come “A Birthday In The Pawnshop (Morristown)”, “Second To Last Stand”
dalle movenze quasi ‘byrdsiane’, “Next Time Around” con una voce nuovamente
vicina alla migliore Emmylou ed il commiato di “Story Of My Life”, toccante e
commovente.
Remo Ricaldone
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