“Tell
The Truth & Shame The Devil” è il disco più intimo e sofferto nel percorso
discografico di Rod Picott, un viaggio musicale ed umano di notevole qualità,
un coerente ed ispirato modello di canzone d’autore che ha saputo coniugare le
radici del suono americano con arguzia e senso melodico. Un disco questo
vissuto in solitudine meditando sul senso della vita dopo problemi di salute
che nell’inverno 2018/19 hanno rischiato di mettere al repentaglio ed in
discussione tutto. A tratti cupo, in altri momenti magicamente ispirato dagli
eventi, alla continua ricerca del giusto feeling al di là della perfezione
stilistica, questo nuovo lavoro del cantautore di South Berwick, Maine ma
residente a Nashville è il ritratto più personale di uno dei migliori nomi
attualmente in circolazione, senz’altro uno dei più onesti e genuini. Non
mancano le collaborazioni compositive, da quella con l’amico fraterno Slaid
Cleaves in “Mama’s Boy”, dal leggero afflato country/folk a quella con Stacy
Dean Campbell in “80 John Wallace”, ballata intensa, passando per la
partnership con la giovane promessa Ben de la Cour nella eccellente “Beautiful
Light” in cui l’armonica dà quel tocco poetico in più. Spesso le atmosfere in
bianco e nero, introspettive ed agrodolci di Rod Picott lo avvicinano a
“Nebraska” di Springsteen come ad esempio nella magnifica “Spartan Hotel” o in
“A 38 Special & A Hermes Purse”, altrove troviamo la ballata riarsa dal
sole e dal vento del Texas occidentale come in “A Guilty Man”, “Bailing” e
“Folds Of Your Dress”. Da ricordare anche interpretazioni riflessive e dirette
come l’iniziale “Ghost”, “Mark”, “Too Much Rain” e “Sunday Best” che completano
un quadro che non lascerà insensibili coloro che seguono il cantautorato
americano di cui Rod Picott rappresenta, ormai da anni, il lato più
poeticamente rilevante.
Remo Ricaldone
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