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Jaime Michaels - If You Fall

Pubblicato da Remo Ricaldone |


Jaime Michaels è cresciuto con la più pura canzone folk, dai piccoli locali di Boston dove si è fatto le ossa fino ai giorni nostri dove, dopo inevitabili esperienze artistiche e di vita, ha riannodato i fili di una musica interpretata con il cuore e con l’anima. Tredici gli album che ha al suo attivo e una carriera che in questi ultimi anni gli ha regalato occasioni preziose per esprimere tutta la sua grande sensibilità con incontri che in qualche modo hanno dato nuova linfa al suo percorso musicale. Da più di ventanni risiede a Santa Fe, New Mexico e l’incontro con Jono Manson e la sua irresistibile umanità è stato fondamentale creando la perfetta alchimia necessaria a dare nuovi colori alla sua musica. Sono arrivati quindi in questa decade eccellenti lavori come “The Man With The Time Machine” nel 2011, “Unknown Blessing” l’anno successivo e soprattutto “Once Upon A Different Time” che nel 2016 lo ha fatto conoscere anche nel nostro paese grazie alla sua pubblicazione per la benemerita Appaloosa Records. “If You Fall” ripropone ancora questo sodalizio con Jono Manson alla consolle e la Appaloosa a dare fiducia ad uno dei migliori songwriters in circolazione ed il risultato è notevolissimo grazie ad una vena compositiva lucida e profonda, ad una intelligente scelta del materiale di altri autori da interpretare e ad un impeccabile manipolo di sideman ai quali consegnare le parti strumentali. Partendo da questi ultimi non si possono non segnalare Paul Pearcy alla batteria e Ronnie Johnson al basso, sezione ritmica texana protagonista di mille sessions, Jon Graboff e le sue straordinarie chitarre ma anche a steel e mandolino, i fedelissimi pards Radoslav Lorkovic alle tastiere e Jono Manson all’elettrica e alcuni preziosi cammeo sparsi qua e la. La selezione è assolutamente godibile ed equilibrata tra momenti commoventi ed intensi come “Any Given Moment”, splendida ed accorata con steel e piano sublimi, “Red Buddha Laughs” frutto della partnership con Jeff Talmadge, l’introspettiva “Almost Daedalus” che mi ricorda certe cose dell’ultimo David Crosby e “I Am Only (What I Am)” e brani più vivaci e freschi come “Bag O’ Bones” dalle colorazioni quasi cajun e con il fiddle di Gina Forsythe, il blues acustico di “So It Goes” e la eccellente “Carnival Town”, forse la più rockeggiante del disco. Disco che si avvale poi di tre cover azzeccatissime, a partire da “They Call Me Hank” dell’indimenticato Greg Trooper per poi passare attraverso la splendida poesia di Townes Van Zandt con “Snowin’ On Raton” e la sorprendente ripresa di “Rimmel” di Francesco De Gregori, ‘maneggiata’ con estrema cura e delicatezza. Album questo pieno di spunti e di momenti da ricordare.
Remo Ricaldone

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